L’itinerario spirituale dell’anno liturgico

Caro don Francesco, volevo chiederle se sinteticamente può indicarmi il senso e il significato dell’anno liturgico. Come mai abbiamo l’anno diviso in questa maniera? Qual è la sua origine?

Se poniamo attenzione a come organizziamo il nostro anno pastorale o programmiamo l’anno catechistico, scopriamo come il tempo, le tematiche, le attività ci vengono suggerite o le modelliamo a seconda dei tempi dettati dall’anno liturgico. Per questo è importante anzitutto comprendere cosa esso sia e come mai la Chiesa scandisca il suo operare e celebrare attraverso un calendario proprio.

Le Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico al n. 1 recitano: “La santa Chiesa celebra, con sacro ricordo, in giorni determinati, nel corso dell’anno, l’opera di salvezza di Cristo. Ogni settimana, nel giorno a cui è dato il nome di domenica, fa memoria della resurrezione del Signore, che ogni anno, insieme alla sua beata Passione, celebra a Pasqua, la più grande delle solennità. Nel corso dell’anno, poi, distribuisce tutto il mistero di Cristo e commemora il giorno natalizio dei santi”.

L’anno liturgico anzitutto non è un ulteriore tentativo di sistematizzazione del tempo, ma qualcosa che va oltre la volontà dell’uomo e della Chiesa, perché nell’anno liturgico non si scandisce semplicemente il susseguirsi dei giorni, ma si apre agli uomini l’azione salvifica di Dio, rendendola presente a tutti i tempi, nell’oggi salvifico. Infatti il dispiegarsi dei misteri di Cristo nel tempo non è semplice commemorazione, ma realtà operante nell’“oggi” di Dio, in attesa del compimento futuro.

L’anno liturgico storicamente si sviluppa dal confluire di diversi fattori, tra cui la lotta alle eresie (seguendo l’adagio lex orandi lex credendi, infatti, si è cercato attraverso la liturgia di affermare la fede cattolica), ma anche per ragioni funzionali (come nel caso della Quaresima, che si intreccia con la prassi battesimale e penitenziale antica, o con l’assimilazione e la reinterpretazione di alcune feste preesistenti) e, non da ultimo, la volontà di aiutare i fedeli a esprimere nella vita ciò che hanno ricevuto nella fede celebrata. La Chiesa infine, come celebra i misteri della vita di Cristo, non dimentica di commemorare con precise celebrazioni (solennità, feste o memorie) anzitutto Maria, la madre di Gesù e sua prima discepola, e nel giorno della loro nascita al Cielo i martiri e i santi, quale richiesta di aiuto e intercessione, ma soprattutto quale esempio e testimonianza di vita evangelica.

Ecco allora il significato dell’anno liturgico, il quale in ultima analisi è “l’itinerario ideale per ogni comunità che voglia crescere nella fede, e punto di sostegno e di comunione dei diversi itinerari di catechesi e di celebrazione sacramentale” (Il giorno del Signore, Cei, n. 23).

 

AUTORE: Don Francesco Verzini