L’Umbria non è più “Cuore verde”

Tante le inchieste, a partire da quella sulla Gesenu, che hanno come oggetto reati ambientali nella regione

Nell’Umbria “cuore verde d’Italia” – ricordando uno slogan turistico di grande successo – sulla gestione rifiuti si stanno aprendo vari fronti con inchieste della magistratura e tante polemiche su chi doveva controllare e non lo ha fatto.

All’inchiesta più scottante, quella che riguarda la Gesenu con l’arresto di un suo storico dirigente, Giuseppe Sassaroli, ed altri 13 indagati, se ne stanno aggiungendo altre. A Terni ci sono 8 indagati discarica-2-cmykper la gestione dell’inceneritore di Maratta. A Perugia invece sono sette gli indagati (due di loro sono dirigenti del Comune) in una inchiesta dei carabinieri sull’impianto di depurazione dell’Agriflor che trasforma rifiuti in terriccio per fiori ed ortaggi. Inchieste che si aggiungono a quella che da mesi interessa un’area di alcune centinaia di ettari attorno alla ex centrale Enel di Pietrafitta. Qui sarebbero state interrate per anni milioni di tonnellate di ceneri provenienti anche dalla Liguria e rifiuti solidi urbani. A Pietrafitta c’è stato un sopralluogo dei parlamentari della commissione bicamerale sugli ecoreati. “Negli anni Settanta-Ottanta – ha detto il presidente della commissione Alessandro Bratti – un po’ in tutta Italia non c’era una coscienza ambientale tale da poter capire quali danni si potevano fare e per difendere l’occupazione qualche occhio è stato chiuso”. “Più di qualche occhio” è stato chiuso anche sui servizi della Gesenu. Non tanto – ha spiegato il presidente della commissione in un incontro in Prefettura – da parte della magistratura e delle forze di polizia, ma da parte degli enti e delle amministrazioni locali che dovevano controllare.

Controllori che però si rimpallano le responsabilità. Il Comune di Perugia – è detto in un suo comunicato – “è il primo soggetto interessato affinché si faccia piena luce”. La Provincia si mette “a disposizione dell’ autorità giudiziaria” ed “ha disposto verifiche interne al fine di accertare la correttezza e la regolarità dell’operato dei propri uffici”. “Magistratura e forze dell’ordine – ha detto invece l’assessore regionale Fernanda Cecchini – verificheranno se esistano ‘patologie’ o siano stati messi in atto percorsi non virtuosi: per la Regione – ha aggiunto – è prioritario il rispetto delle regole per la qualità dell’ambiente la salute dei cittadini. Auspico pertanto che le indagini procedano speditamente anche perché prima si afferma la piena legalità e trasparenza, più speditamente può procedere l’attuazione del Piano regionale dei rifiuti e si possono raggiungere i risultati attesi”.

 

AUTORE: Enzo Ferrini