L’Umbria piange le vittime e invoca impegno per la pace

Mons. Goretti: 'Non si può continuare così. La via è quella del dialogo e della pace'

La morte degli italiani per l’attentato terrorista in Iraq ha suscitato reazioni anche nella nostra regione. Molte le dichiarazioni di dolore e di vicinanza alle famiglie colpite, e gli appelli alla pace. Mons. Sergio Goretti si è fatto interprete della comunità cristiana delle diocesi umbre. ‘E’ drammatico – ha detto Goretti – e ci riempie di dolore ciò che è avvenuto in Iraq contro il contingente italiano’. Ricordando il suo recentte viaggio in Kosovo dove ha ‘ammirato ciò che i militari italiani svolgono in quella regione, con la riconoscenza e la stima da parte della popolazionelocale’, il vescovo si è detto certo che ‘anche in Iraq gli italiani si comportano nello stesso modo, sono lì per difendere la pace, aiutare la popolazione e favorire la concordia. La loro umanità li caratterizza ed eccelle tra le altre forze militari presenti nella regione. La violenza sta segnando in maniera spaventosa i nostro tempo creando ovunque insicurezza e paura’. ‘Non si può continuare così! – ha aggiunto il Vescovo di Assisi – La via da percorrere è quella della pace, del dialogo, del rispetto e della cooperazione. Anche a nome degli altri vescovi umbri esprimo la commossa vicinanza alle vittime e alle famiglie. Tra poco celebrerò l’eucaristia nella Basilica di San Francesco insieme a circa cinquecento sindacalisti della Cisl. Da questa terra di pace, con la protezione di san Francesco, invocherò il dono della pace ed eleverò preghiere di suffragio per le vittime dell’attentato’. La presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, mercoledì mattina, ha espresso profondo dolore e commozione per la strage. ‘Sento di riconfermare con maggior forza – ha detto – la profonda stima e l’affetto per l’Arma dei carabinieri ed esprimo i sentimenti di un sincero cordoglio per i familiari delle vittime coinvolte nell’attentato’. Le bandiere dei palazzi pubblici sono state listate a lutto e la Giunta regionale, riunita in seduta, ha sospeso i lavori. Lo stesso è accaduto a Spoleto e Città di Castello, dove si sono fermati i Consigli comunali. Aderendo alla giornata di lutto proclamata dall’Associazione nazionale dei comuni italiani, l’Amministrazione tifernate ha anche deciso di manifestare il lutto sul gonfalone presente in cattedrale per le feste patronali di San Florido e Amanzio. Accanto alle notizie tranquillizzanti sull’assenza tra le vittime dei quattro militari umbri (due perugini, uno spoletino e un folignate) impegnati a Nassiriya, nel giorno dell’eccidio sono state molte le reazioni. La Cisl umbra ha voluto riconfermare ‘il valore della pace contro ogni irragionevole logica della guerra preventiva’. La Uil ha sottolineato quanto ‘sia pericolosa e grave la minaccia del terrorismo internazionale’, mentre la Cgil ha affermato che la presenza italiana in Iraq ‘va riconsiderata e rivista, ferma restando l’esigenza di un rapido ritiro’. I francescani del Sacro convento hanno deciso di officiare una messa in suffragio delle vittime, davanti alla tomba del Poverello, all’indomani dell’attentato. Sull’accaduto è intervenuto anche don Pierino Gelmini. ‘E’ una vera tragedia ‘ ha detto il sacerdote ‘ che ci sconvolge tutti. Il nostro cuore è con loro. Con gli oscuri servitori della Patria che operano in Italia, per garantire la sicurezza di tutti, e all’estero, in nome della pace. Servitori ‘ ha concluso don Gelmini ‘ troppo spesso ignorati’. Non si è mostrato sorpreso dell’accaduto padre Jean Marie Benjamin, della Fondazione ‘Beato Angelico’ di Assisi. ‘Me l’aspettavo’, ha detto il sacerdote, che è un profondo conoscitore della realtà irachena fin dal 1991. ‘Per il popolo iracheno ‘ ha aggiunto ‘ oggi non c’è alcuna differenza tra gli americani e gli italiani. Una volta non era così. Ora l’atteggiamento è cambiato’.

AUTORE: D.Mor.