Ma i genitori davvero lo vogliono?

Proposta di legge 'contro le discriminazioni sessuali'. Pillon: 'Nel testo c'è ben altro!'

Il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria non condivide il progetto di legge regionale ‘contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dalla identità di genere’ approvato dal Consiglio comunale la settimana scorsa su proposta della consigliera Ds Maria Pia Serlupini. Il presidente del Forum, Simone Pillon, insieme alle associazioni che il Forum rappresenta, sta preparando un comunicato in cui spiega le ragioni per cui si dichiarano contrari alla proposta ‘Serlupini’. ‘Nessuno si sognerebbe di osteggiare una proposta di legge che parli di ‘tutela dei diritti di tutti i cittadini’ – commenta Pillon – inoltre siamo d’accordo anche nel ritenere ingiusto e odioso far mancare il rispetto e sminuire la dignità di una persona a causa del suo modo di vivere la sessualità, però quanto approvato in Consiglio comunale ha ben poco a vedere con la lotta alla discriminazione. L’intero impianto del provvedimento è, al contrario, fortemente permeato da una non condivisibile ideologia di genere e mira a ritagliare vaste aree di privilegio economico e sociale per gli affiliati alle associazioni gay, mediante il consistente impiego di denaro pubblico’. Illustreranno, punto per punto le obiezioni agli articoli della proposta di legge. Diranno, per esempio che sono riproposti articoli che la Corte Costituzionale ha già cassato esaminando la legge della Toscana di cui la proposta ‘Serlupini’ è una grossolana fotocopia. Diranno anche, anticipa Pillon, che l’articolo 10 ‘contiene le due norme più impregnate di ideologia di genere e certamente più aliene dalla cultura e dal magistero cristiano’. E spiega. ‘Col primo comma si incaricano le aziende Usl di assicurare informazione, consulenza e sostegno perché ciascuno giunga alla presa di coscienza della propria identità di genere. Ciò sarà fatto principalmente nei consultori e nei corsi di educazione alla sessualità che le Asl tengono in molte scuole. Abbiamo già visto di cosa si tratta. Nelle scuole elementari tedesche sono da tempo imposti questionari da somministrare ai giovani alunni, nei quali gli stessi vengono stimolati a scegliere la loro identità di genere tra alcune opzioni: maschio, femmina, gay, lesbica o transessuale. Recentemente i questionari sono stati integrati con due ulteriori opzioni, bisessuale e transgender. Nella vicina Toscana, proprio in attuazione di una legge identica alla presente, ci sono muri tappezzati con neonati che portano al braccio la scritta ‘Homosexual’, genere elevato al rango di sesso’. È davvero questo che vogliono i genitori umbri? Vogliono veramente che i loro figli non sappiano se sono maschi o femmine e se lo devono porre come problema creandosi dubbi e perplessità in una fase in cui lo sviluppo non è ancora del tutto compiuto, portando scompiglio nella già complessa psicologia evolutiva? Una nota la riserveranno anche a quei tre voti di politici cattolici, Sauro Cristofani, Roberto Moretti e Giuseppe Lomurno, che nel Consiglio comunale di Perugia con il loro sì hanno consentito l’approvazione della proposta. ‘Certo, l’ha approvata la maggioranza – commenta Pillon – evidentemente con il voto del centro sinistra, ma il loro voto non doveva esserci. Si sono presentati alle elezioni richiamandosi esplicitamente, come persone e come partiti, ai valori cristiani, ispirati alla Dottrina sociale della Chiesa’. E questo pone ‘un serio problema di rappresentanza politica’ poichè chi li ha votati lo ha fatto anche in ragione di quel richiamo ai valori che, con questo voto, di fatto, hanno tradito.

AUTORE: Maria Rita Valli