Maretta in Sanità

I nodi irrisolti nella gestione del settore nella nostra Regione

La Sanità umbra continua a far discutere. Perché manca un assessore che la regga, visto che sono nove mesi che la presidente Catiuscia Marini tiene la delega per sé; perché continua a crescere il numero dei pazienti umbri che per curarsi si rivolgono ad ospedali e strutture sanitarie di altre regioni; per le nomine dei super-dirigenti e per la volontà della Regione Umbria di non applicare i ticket sanitari per la diagnostica. La nomina dell’assessore – è stato scritto più volte – è soprattutto un fatto politico, di equilibri interni alla coalizione di centrosinistra, che, alla fine, c’entra poco con la vicenda di Sanitopoli. La Marini, al momento, si guarda bene dall’affrontare la questione. Rispetto all’immagine che l’Umbria ha voluto dare sul fronte sanitario – il miglior rapporto in Italia tra spesa e qualità del servizio fornito, conti sostanzialmente in ordine – la tendenza del paziente umbro a recarsi in ospedali di altre regioni dovrebbe far riflettere. Lo stesso Walter Orlandi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, che ora ne è diventato commissario, ha sottolineato che “occorre concentrarsi su alcune specialità, in particolare quelle come l’Ortopedia, per le quali gli umbri snobbano i nostri ospedali”. Ci sarà, evidentemente, una ragione se il paziente si sposta, con tutti i disagi del caso. “Continua a crescere il numero degli anziani – ha osservato Orlandi – e gli ospedali umbri sono chiamati a fornire sempre di più risposte socio-assistenziali. Occorre intensificare i servizi di cura ed assistenza a domicilio e potenziare le strutture residenziali per anziani, in modo da consentire agli ospedali di concentrarsi su quelle prestazioni della sanità per le quali gli umbri si rivolgono fuori regione”. Nel frattempo Walter Orlandi, come detto, è stato nominato commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, suscitando le critiche del capogruppo regionale del Pdl, Raffaele Nevi, che ha parlato di “ceffone al Consiglio regionale e a una parte della maggioranza” dopo la recente approvazione del disegno di legge regionale che contiene le nuove norme per la nomina e la valutazione dei direttori di struttura sanitaria complessa (primari) e dei direttori generali della Sanità (con la limitazione a 10 anni dei direttori generali). La Marini ha spiegato il provvedimento ricordando che l’incarico di direttore generale del dottor Orlandi “scadeva il 15 luglio, e che non può esservi in alcuna Azienda sanitaria né una proroga, né tantomeno un vuoto di mesi nella gestione dell’azienda stessa. Va da sé che per garantire continuità di gestione di questa Azienda, sia in un momento delicato di ultimazione dell’operatività del Polo unico ospedaliero del capoluogo di regione, sia per gli ulteriori e imminenti drastici tagli che il governo Berlusconi continua a fare scaricando sulla Sanità pubblica, e quindi sugli stessi cittadini, la Presidente ha deciso la nomina del dottor Orlandi con un atto di Giunta datato 5 luglio, dopo aver ottenuto il parere favorevole, e non certo formale né scontato, del rettore dell’Università degli studi di Perugia”. La presidente ha dato inoltre mandato alla Direzione regionale della sanità di inviare una comunicazione a tutte le Asl per non applicare i nuovi ticket sanitari per la diagnostica, sulla base delle decisioni del Governo, perché si tratta “di una misura iniqua e ingiusta – ha spiegato la Marini – che colpisce e danneggia i cittadini”.

AUTORE: Emilio Querini