Monsignor ‘insieme’

Prima lettera pastorale alla diocesi del vescovo Mario Ceccobelli

In linea con quanto annunciato a conclusione dell’assemblea diocesana, il vescovo mons. Mario Ceccobelli ha preparato la sua prima lettera pastorale, che verrà letta e diffusa in tutte le parrocchie il 27 novembre, nella prima domenica di Avvento. Un documento articolato e ricco di contenuti, valorizzato da una prosa chiara, semplice, scorrevole. Si apre con il saluto alla ‘Chiesa che è in Gubbio, santa per la passione di Gesù Cristo, nostra speranza’ e prosegue con l’augurio che ‘i Consigli pastorali parrocchiali e gli altri organismi di partecipazione ormai formatisi nelle parrocchie, prendano in mano questo testo, lo meditino per poi individuare delle iniziative concrete da realizzare in questo anno pastorale, da poco iniziato’. Il Presule richiama subito un avverbio ed un sostantivo pronunciati fin dal suo arrivo: ‘insieme’ e ‘comunione’. ‘Il mondo capirà che il Vangelo è ancora attuale e vivo se saremo amici e fratelli tra noi’ chiosa mons. Ceccobelli, che aggiunge una raccomandazione, mutuata dalle conclusioni dell’Assemblea diocesana: ‘La progettazione e la programmazione della vita parrocchiale e zonale devono partire in primo luogo dal calendario, liturgico’ nelle ‘cui celebrazioni noi possiamo incontrare colui che riempie il nostro cuore di speranze: noi lo possiamo ascoltare, vedere e toccare’. L’ascolto si realizza con la conoscenza e l’approfondimento delle Sacre Scritture. ‘Non si può annunciare Cristo se non si conosce la sua vita, il suo pensiero e la sua azione’, sottolinea il Vescovo, che richiama a tutti le possibilità offerte dalla scuola di Formazione teologica Sant’Ubaldo. Ritiene fondamentale ‘rimettere la parola di Dio al centro delle nostre comunità’ curando ‘la liturgia della Parola’, incoraggiando ‘la pratica della lectio divina magari a livello zonale o interparrocchiale’. Ceccobelli pone poi l’accento sulla possibilità di ‘incontrare realmente Cristo morto e risorto e vederlo con gli occhi della fede nei segni sacramentali’; da qui la raccomandazione di valorizzare la ‘centralità della domenica’ ripensando anche nei dettagli le liturgie, di mettere particolare attenzione nella cura del ‘tabernacolo che custodisce il tesoro della Chiesa’. Rilancia l’importanza di stare ‘vicino alle povertà materiali e spirituali’ con un’azione missionaria ed una testimonianza cristiana. A questo proposito ripropone il ruolo dei gruppi Caritas. In conclusione, come ‘segno di speranza per tutti noi’, offre un profilo delle figure di san Giovanni e sant’Ubaldo ‘grandi riformatori, in un contesto storico in cui la Chiesa eugubina ne aveva grande bisogno’. L’ultimo capitolo tocca il ‘futuro della nostra diocesi’ e ‘la preghiera per le vocazioni’ , realtà quest’ultima tale da suscitare legittime preoccupazioni.

AUTORE: Giampiero Bedini