Montedoglio: dubbi e progetti

Consiglio comunale aperto per dibattere sull’incidente alla diga

Un lungo confronto quello che si è svolto durante il Consiglio comunale, il 24 gennaio, sulla diga di Montedoglio. Molti quelli che hanno chiesto risposte più precise su quanto avvenuto e sulla sicurezza della diga. Fra questi il capogruppo del Prc Mauro Alcherigi che ha avanzato due ipotesi per il crollo: il cedimento della fondazione o il cedimento dei giunti tra i conci. Il consigliere Francesco Monini (Ps) ha chiesto chiarimenti sul fatto che il collaudo in atto al momento del crollo non sia stato comunicato agli enti istituzionali e alla protezione civile, nonché sulle implicazioni dell’invaso in area sismica. Ivano Rampi (capogruppo di Fi) ha contestato che non vi siano risposte esaurienti a quanto accaduto, avanzando dubbi sul monitoraggio della diga. Da parte di Stefano Bravi (Margherita) è venuta la richiesta di sollecitare una risposta per la messa in sicurezza dell’opera, e Sandro Busatti (An) ha parlato di un piano di sicurezza della diga ormai vecchio e di una operatività dell’Ente Irriguo forse carente di aggiornamento. Luca Secondi (Centro democratico) ha sottolineato l’importanza di essere garantiti non solo sul versante idropotabile e irriguo, ma anche dalla difesa delle piene; Maurizio Rapaioli ha auspicato che vada a buon fine l’azione della Giunta regionale umbra per tutelare la gestione della nuova diga. Franco Ciliberti ha espresso perplessità su alcuni particolari costruttivi, come la curvatura del muro che ha ceduto; Cesare Sassolini (Pdl) ha chiesto come sia stato possibile che vi sia stato un collaudo senza avvertire le istituzioni. Il prosindaco Bacchetta, ribadendo la necessità di trasparenza che ha reso doveroso lo svolgimento del Consiglio comunale alla presenza di tutti, ha dato appuntamento agli esperti e ai rappresentanti istituzionali per un nuovo incontro. Il direttore dell’Ente irriguo umbro toscano, Zurli, rispondendo ad alcuni dei rilievi fatti, ha dichiarato che, per quanto riguarda il rischio sismico, l’opera è stata realizzata nel rispetto della normativa; quanto al collaudo, l’organismo nazionale preposto al controllo è venuto il giorno prima del crollo. C’è da osservare, ha aggiunto, che per il monitoraggio ci sono protocolli sofisticati. Nella seduta successiva del Consiglio il Prosindaco ha ricordato l’eccellente risposta data dai soggetti preposti ad attivare i piani di protezione civile e ha messo contemporaneamente in rilievo l’importanza della fruizione della diga. È in atto, ha comunicato, un confronto tra le regioni Umbria e Toscana sulla gestione della diga in presenza di un Ente irriguo commissariato, ed è importante che il Consiglio comunale sia partecipe al dibattito. L’assessore regionale Fernanda Cecchini ha rilevato che, malgrado dopo il crollo la portata della diga sia scesa da 150 a 80 milioni di metri cubi, non ci dovrebbero essere problemi per il 2011 e il 2012 circa l’uso irriguo e idropotabile. La dimensione del problema è stata comunque presentata nell’incontro a Roma con il Commissario ad acta dell’Ente irriguo umbro toscano, Giuseppe Serino, che ha rassicurato sulla possibilità di reperire, per la riparazione alla diga, risorse nel bilancio dello Stato. L’assessore provinciale Domenico Caprini ha ricordato che la Provincia è stata in campo fin dall’immediatezza del crollo, sottolineando che i piani di protezione civile della Regione e di Città di Castello hanno funzionato bene. Diego Zurli, dopo aver parlato di accertamenti tecnici, ha chiarito che l’accaduto non ha avuto effetti negativi sull’invaso. Dal supporto audiovisivo che ha ripercorso l’evento del 29 dicembre, è risultato che su 600 metri di sbarramento della diga il problema si sia concentrato su una piccola porzione dello sfiatatoio.

AUTORE: Eleonora Rose