Nel parapiglia delle liste l’elettore s’annoia

Verso l'assemblea regionale del Pd

La sigla Pd vuol dire Partito democratico oppure Psico-dramma? La formazione delle liste del partito ‘nuovo’ ha scatenato in Umbria una serie di liti, in particolare in quelle di appoggio a Veltroni, da far impallidire quelle consumate nei congressi della Democrazia cristiana della Prima Repubblica. Per garantire l’elezione di un maggior numero di rappresentanti (i posti disponibili per le varie liste sono 80 per l’assemblea regionale e 40 per quella nazionale) a sostegno del sindaco di Roma a segretario nazionale del Pd sono state presentate tre liste giocando sulle differenze nella geografia veltroniana: ‘Democratici con Veltroni’, ‘A sinistra per Veltroni’, ‘Con Veltroni ambiente innovazione, lavoro’. La composizione delle liste, una per votare Rosy Bindi (‘Con Rosy Bindi democratici, davvero’ dove c’è Maria Prodi) e un’altra Enrico Letta (‘I democratici per Letta’ con Marco Fasolo e l’ex sindaco di Foligno, Maurizio Salari) non ha provocato invece fratture interne. C’è pure una lista per appoggiare Mario Adinolfi, la cosiddetta ‘Generazione U’, per dare spazio ai giovani in politica. Nonostante questa scelta, molti esponenti politici pro Veltroni sono stati tagliati fuori. Gli assessori regionali Lamberto Bottini e Vincenzo Riommi sono stati sostanzialmente esclusi, anche se fino all’ultimo hanno cercato di essere presenti. La presidente Maria Rita Lorenzetti ha rinunciato a candidarsi. Ne fanno parte i sindaci ‘ Renato Locchi a Perugia, Paolo Raffaelli a Terni, Fernanda Cecchini a Città di Castello, Massimo Brunini a Spoleto, il vice sindaco Nando Mismetti a Foligno ‘ ma non si capisce il criterio per cui non si vogliono gli assessori regionali, mentre i sindaci sono schierati come i parlamentari (Giampiero Bocci, Marina Sereni, Alberto Stramaccioni, Mauro Agostini, Marina Sereni, Francesco Ferrante), e al tempo stesso si intende dare spazio alla società civile. Va ricordato che il prossimo 14 ottobre si svolgerà l’elezione con criteri nuovi, fin troppo: basta avere 16 anni, ma possono votare anche gli stranieri: è sufficiente avere un permesso di soggiorno. Il Partito democratico nasce però secondo la logica figlia del nuovo sistema elettorale: è tutto bloccato dall’alto. L’elettore non sceglie chi vuole, i nomi sono stati imposti. Chi sta ai primi posti nella lista, viene eletto. Gli altri restano a casa. C’è poi la novità rosa: metà degli eletti sarà donna. Nei seggi che verranno disseminati anche in Umbria, gli elettori riceveranno due schede, una per la parte nazionale e l’altra per l’assemblea regionale. Si ha l’impressione che, in un periodo in cui la politica viene messa particolarmente sotto accusa perché lontana dai cittadini, l’alba del Pd sia caratterizzata dal grande interesse degli addetti ai lavori e dalla sostanziale indifferenza dell’elettore.

AUTORE: Emilio Querini