Nella nuova Università ancora troppi fuoricorso

Il punto sulla riforma degli atenei con il prof. Armando Pitassio

L’ateneo perugino, con le sue undici facoltà e 145 corsi di laurea, si conferma tra i più attrattivi d’Italia con il 44,6 per cento degli studenti che proviene da fuori regione, con una crescita delle iscrizioni, grazie anche all’attivazione delle lauree brevi, che ha spinto chi aveva abbandonato gli studi a riscriversi, pari all’8,4 per cento. ‘35.600 iscritti sono motivo di soddisfazione, ma bisogna stare attenti – precisa il rettore Francesco Bistoni – dobbiamo essere all’altezza di offrire un prodotto di qualità con servizi migliori, prolungando gli orari delle biblioteche e creando nuovi spazi per lo studio’. Desta, invece, preoccupazione l’emigrazione degli studenti umbri. ‘Si tratta di qualche migliaio di giovani che decide di studiare fuori regione ‘ prosegue il rettore ‘ e il dato si fa preoccupante perché è forza lavoro che in genere non rientra in Umbria’. Ma il dato su cui riflettere maggiormente viene dal rapporto del Nucleo di valutazione d’Ateneo che raccoglie i risultati delle rilevazioni, al 31 gennaio 2003, sul numero di esami sostenuti dalle matricole, dal quale emerge l’esistenza di una forte difficoltà degli studenti ad ottenere i 60 crediti formativi annuali previsti dalla normativa ministeriale. ‘Il nuovo modo di strutturare il processo formativo universitario sembra aver incontrato qualche difficoltà nel raggiungere uno degli obiettivi primari: la riduzione del numero dei fuoricorso – chiarisce il professore Armando Pitassio, delegato alla didattica dal Rettore – Tra le cause principali sicuramente le difficoltà dei docenti ad adattare l’insegnamento tradizionale al sistema dei crediti; la mancanza di una selezione iniziale che motivi omogeneamente le matricole; il numero eccessivo di insegnamenti impartiti durante l’anno’. Per questo sono già stati introdotti elementi di miglioramento: la riduzione da 10 a 7 del numero delle ore di lavoro in aula per un credito; la ripartizione dei 180 crediti tra 15 e 18 esami nell’arco di tre anni. ‘La creazione di corsi di laurea di primo livello non è stata accompagnata dalla necessaria revisione del numero di esami e di programmi ‘ continua il professore Armando Pitassio ‘ e il carico di lavoro degli studenti è aumentato, come la moltiplicazione dell’impegno dei docenti. E’ necessario seguire i ragazzi più attentamente, ma questo non può essere fatto dai docenti; bisogna potenziare il tutoraggio’. Gli studenti, cioè, non hanno bisogno di più lezioni ma di docenti disposti ad ascoltare, di ricercatori che li possano aiutare nello studio e nella ricerca. Troppo spesso si sentono soli ed incapaci di superare dei blocchi e delle incertezze nel proseguire gli studi.

AUTORE: Umberto Maiorca