Nell’eucaristia si costruisce la comunità

Mons. Vincenzo Paglia ha presentato ai seminaristi la sua Lettera pastorale

L’incontro del vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Vincenzo Paglia, con la comunità del seminario regionale “Pio XI”, ha avuto il suo inizio con la celebrazione eucaristica. Attorno alle parole di Isaia: “Io creo nuovi cieli e nuova terra… e farò di Gerusalemme una gioia… non si udranno più in essa voci di pianto e grida di angoscia”, si è come snodato l’intero incontro, comprensivo della presentazione della lettera pastorale “L’Eucaristia salva il mondo” (edita da Leonardo International, Milano). Come sembrano lontani in questi giorni – ha ricordato mons. Paglia durante la messa – gli auspici profetici di Isaia! Tutto il mondo, al contrario, prova angoscia per quello che accade in Israele dove sembra prevalere solo l’odio, dove pare che perfino una ragazzina tredicenne abbia chiesto al padre di diventare kamikaze. Ma noi proviamo angoscia anche per quello che succede nel mar Mediterraneo, a Lampedusa, nel canale di Otranto, dove muore gente affamata, illusa dal miraggio di un mondo che, a sua volta, vive tutt’altri gravi problemi. Rivolgendosi ai seminaristi il Vescovo li ha esortati a non essere impermeabili a quanto succede nel mondo, a fare propri e a non respingere i drammi del mondo. Egli ha affermato che noi abbiamo la certezza che ci saranno “cieli nuovi e nuova terra”, ma ha anche ricordato che essi non sono realizzati da coloro che “parlano” o “elaborano” sistemi: “Cieli nuovi e nuova terra” li fa chi crede al Vangelo. Proprio come il funzionario del re che, avendo un figlio malato – come racconta l’evangelista Giovanni nel brano che viene letto lo stesso giorno – non fa altro che credere alla parola di Gesù, senza aver visto ancora nessun miracolo, si mette in cammino e vince la propria indifferenza, venendo poi a sapere che il figlio è stato guarito proprio nell’ora del suo incontro con il Signore. “Cieli nuovi e nuova terra” si realizzano – ha ricordato mons. Paglia mentre presentava il suo documento ai seminaristi – ogni domenica. La domenica è il giorno che salva, “ma salva davvero!”. E questa salvezza non è solo una specie di flatus vocis, qualcosa di estremamente labile e precaria; essa va toccata: la liturgia eucaristica domenicale è veramente “uno spicchio di Paradiso in terra”. Il Vescovo ha illustrato i motivi per cui ha scritto il testo: innanzitutto per la sua personale convinzione che “il punto di partenza della pastorale è la domenica e l’Eucaristia che in quel giorno viene celebrata”. Poi per una ragione pastorale: la sua diocesi era una tra quelle che registravano una più bassa percentuale di frequenza alla messa. Ancora, per la sua esperienza di parroco a Roma: “Tutto questo mi ha portato a concepire e ad organizzare la pastorale attorno all’Eucaristia”. La definitiva stesura del documento è stata possibile dopo una riflessione, durata più di un anno, che ha coinvolto l’intera comunità diocesana di Terni-Narni-Amelia. Il testo non è propriamente un piano pastorale, ma è un documento che va meditato e applicato in un piano pastorale. Mons. Paglia ha invitato a riflettere sia sul senso che si dà alla domenica (un giorno troppo spesso stressante, piuttosto che riposante, giorno nel quale occorre riscoprire la concezione del tempo, del lavoro e dei rapporti familiari), sia sul suo nucleo fondante: l’Eucaristia. Essa è anche il cantiere dove si costruisce la comunità. Quanti significati sono racchiusi nella messa, la domenica! In essa tutte le persone sono celebranti (ed ognuno deve vivere la consapevolezza di essere un concelebrante, scoprendo anche il proprio insostituibile compito), partecipando ad essa nessuno deve sentirsi solo, essa è davvero l’incontro della comunità con Gesù Risorto. Mons. Paglia ha invitato i seminaristi, futuri preti delle Chiese umbre, a curare con la massima attenzione ogni liturgia perché “tutto deve concorrere a portare ad un’esperienza profonda di Gesù”. Il Vescovo si è detto convinto che “la prima grande opera di una diocesi e di una parrocchia è la liturgia. La pastorale, in questo senso, nasce e termina con la liturgia della domenica. Il buon Vescovo e il buon parroco è colui che punta tutto sulla liturgia domenicale”. Allora essa diventerà veramente evangelizzatrice.

AUTORE: Francesco Mariucci