No a manipolazioni contro la dignità umana

Bioetica. Esce l'istruzione vaticana 'Dignitas personae'

Il documento Dignitas personae della Congregazione per la dottrina della fede costituisce una ‘Istruzione di natura dottrinale’, che è stata approvata espressamente da Benedetto XVI. L’istruzione infatti appartiene ai documenti che ‘partecipano al Magistero ordinario del Successore di Pietro’, da accogliere dai fedeli con ‘l’assenso religioso del loro spirito’ (n. 37). Il testo evidenzia sin dalle prime battute che negli ultimi anni le scienze biomediche hanno fatto enormi progressi, da cui derivano nuove e significative prospettive terapeutiche, ma suscitano anche seri interrogativi non esplicitamente affrontati dalla precedente istruzione vaticana sui medesimi temi, la Donum vitae emanata il 22 febbraio 1987. La nuova istruzione, che porta la data dell’8 settembre 2008, festa della Natività della beata Vergine Maria, intende proporre risposte ad alcune nuove questioni di bioetica, che provocano attese e perplessità, oltre a confronti e dibattiti culturali ed etici anche serrati, in vasti settori della società. In tal modo – come viene affermato nel documento – si cerca di ‘promuovere la formazione delle coscienze’ e di ‘incoraggiare una ricerca biomedica rispettosa della dignità di ogni essere umano e della procreazione’. ______________L’istruzione Dignitas personae risponde in pieno alle attese degli amanti della verità per la chiarezza del linguaggio, per la ricchezza dei contenuti e per la completezza degli argomenti trattati, che dissipano le nubi e la confusione ingenerate nell’ultimo decennio in Italia da comportamenti e scritti menzogneri. Nella prima parte, oltre alla esplicitazione di quanto già affermato nell’istruzione Donum vitae: ‘Il frutto della generazione umana dal primo momento della sua esistenza, e cioè a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale’, mi colpisce positivamente – come sposo, padre e neo nonno – il riferimento esplicito al matrimonio ed alla famiglia. ‘L’origine della vita umana ha il suo autentico contesto nel matrimonio e nella famiglia, in cui viene generata attraverso un atto che esprime l’amore reciproco tra l’uomo e la donna’. Questa parte si conclude con un richiamo a tutti gli operatori biomedici, ricordando loro che ‘il valore etico della scienza biomedica si misura con il riferimento sia al rispetto incondizionato dovuto ad ogni essere umano, in tutti i momenti della sua esistenza, sia alla tutela della specificità degli atti personali che trasmettono la vita’. Nella seconda parte vengono indicati i tre beni fondamentali che nella cura dell’infertilità le nuove tecniche mediche devono sempre rispettare: a) ‘il diritto alla vita e all’integrità fisica di ogni essere umano dal concepimento fino alla morte naturale; b) l’unità del matrimonio, che comporta il reciproco rispetto del diritto dei coniugi a diventare padre e madre soltanto l’uno attraverso l’altro; c) i valori specificamente umani della sessualità, che esigono che la procreazione di una persona umana debba essere perseguita come il frutto dell’atto coniugale specifico dell’amore tra gli sposi’. Da qui un no esplicito a tutte le forme di fecondazione artificiale in vitro ed in vivo sostitutive dell’atto coniugale (n. 12), e un sì alle cure mediche e chirurgiche che hanno come fine il restaurare le condizioni necessarie perché l’unione coniugale possa portare alla nascita di una nuova creatura (n. 13). Al n. 14 viene affrontata in modo inequivocabile la più seria e pesante delle nubi che si addensano sulle tecniche di fecondazione artificiale in vitro. ‘L’esperienza successiva ha dimostrato invece che tutte le tecniche di fecondazione in vitro si svolgono di fatto come se l’embrione umano fosse un semplice ammasso di cellule che vengono usate, selezionate e scartate’ Considerando il rapporto tra il numero totale di embrioni prodotti e di quelli effettivamente nati, il numero di embrioni sacrificati è altissimo’. Nel 2006 (i dati sono nella Relazione al Parlamento del ministero della Salute del 30 aprile 2008) dei 68.830 embrioni trasferiti in utero solo 5.508 sono nati vivi, mentre 63.322, il 92%, sono stati sacrificati. Delle 33.375 coppie che si sono sottoposte a fivet solo 4.384, il 13,13%, hanno potuto avere uno o più bambini in braccio. Viene smascherata la menzogna che equipara le innumerevoli perdite embrionali all’abortività spontanea delle gravidanze naturalmente insorte, e viene denunciato l’uso puramente strumentale degli embrioni nel trasferimento multiplo. ‘Le tecniche di fecondazione in vitro in realtà vengono accettate, perché si presuppone che l’embrione non meriti un pieno rispetto’. Questa triste realtà, spesso taciuta, è del tutto deprecabile, in quanto ‘le varie tecniche di riproduzione artificiale, che sembrerebbero porsi a servizio della vita e che sono praticate non poche volte con questa intenzione, in realtà aprono la porta a nuovi attentati contro la vita’ (n. 15). Nel n. 16 viene ribadito ed ulteriormente motivato il concetto che ‘la procreazione umana è un atto personale della coppia uomo-donna che non sopporta alcun tipo di delega sostitutiva.’ Dopo il no al congelamento degli embrioni (n. 19) viene affermata l’inaccettabilità morale della crioconservazione degli ovociti in vista di una successiva procreazione artificiale (n. 20). Tale affermazione, secondo me, non fa altro che rafforzare il no a qualsiasi tipo di fecondazione artificiale, anche quando si cerchi in ogni modo di ridurre al minimo il sacrificio degli embrioni. La seconda parte dell’istruzione si conclude con un argomentato no alla riduzione embrionale (n. 21) ed alla diagnosi pre-impiantatoria (n. 22) e con un pronunciamento esplicito ed inequivocabile sulle tecniche intercettive (che intercettano l’embrione prima del suo impianto nell’utero, per es. pillola del giorno dopo, spirale, ecc.) e contragestative (che provocano l’eliminazione dell’embrione appena impiantato, per es. pillola del giorno dopo, Ru486) il cui uso ‘rientra nel peccato di aborto ed è gravemente immorale’ (n. 23).Nella terza parte dell’istruzione abbiamo un no esplicito ed indiscutibile alla terapia genica delle cellule germinali, all’applicazione dell’ingegneria genetica per finalità diverse da quelle terapeutiche, alla clonazione sia riproduttiva che cosiddetta terapeutica, all’uso terapeutico delle cellule staminali embrionali, a qualsiasi tentativo di clonazione ibrida. Nelle ultime righe della conclusione è indicato il compito che la Chiesa ci affida per il prossimo futuro: far conoscere ed accogliere il contenuto dell’Istruzione a tutti i fedeli per poter insieme ricostruire ‘una nuova cultura della vita’. Da qui la necessità di un’azione a vasto raggio della pastorale familiare e della pastorale sanitaria e della pastorale giovanile. Più della metà delle 370.000 confezioni di pillola del giorno dopo vendute in Italia nel 2007 sono state acquistate da giovanissime!

AUTORE: Angelo Francesco Filardo