Nocera, l’incompiuta

Il parroco don Girolamo ha documentato per iscritto i ritardi e le gravi carenze nell'opera di ricostruzione

C’è una pubblicazione sui dieci anni del terremoto umbro-marchigiano, piena di dettagli nuovi ed interessanti, a firma di don Girolamo Giovannini, sacerdote a Nocera Umbra. Il vicario zonale ha raccontato i Dieci anni di strada in salita della ricostruzione nel territorio nocerino. Il suo scritto, presentato in occasione del convegno Caritas del 22 settembre scorso a Bagni di Nocera, è commentato dalle belle fotografie di Secondo Agostini. Nelle intenzioni di don Girolamo, la pubblicazione serve ‘per una verifica delle scelte operate, per domandarci se veramente è stato fatto il meglio possibile e, soprattutto, per vedere come affrontare le sfide degli anni a venire’. Una riflessione dunque, dieci anni dopo il sisma. Il sacerdote ricorda l’operazione ‘Fuori dai containers’, avviata dalla Regione il 9 febbraio 2000 e conclusa nel maggio 2001, poi il capitolo sulla ricostruzione per la quale, scrive don Girolamo, ‘possiamo dire che una parte considerevole è stata compiuta’. Ed elenca le frazioni che si possono definire complete e quelle che sono a buon punto come Casebasse, Bagnara, Colle, Maccantone, Boschetto. Invece, per il centro storico di Nocera Umbra non è stato così. ‘La mancanza di una legge speciale per la ricostruzione di Nocera Umbra – dice – più volte invocata, ha causato enormi difficoltà nella ristrutturazione del centro storico. Alcune Unità minime di intervento (Umi, le basi su cui fondare poi i consorzi per la ricostruzione, ndr) non sono ancora state avviate’. In pratica, il parroco critica l’applicazione delle leggi (la statale 61/98 e la regionale 30/98) che non sarebbe stata ‘così semplice, razionale e trasparente’. Questo tipo di guai burocratici avrebbero riguardato anche la chiesa di Nocera: ‘La Sovrintendenza – afferma il sacerdote – ha finanziato e condotto i primi due stralci dei lavori. Poi, per mancanza di fondi, i lavori sono passati a carico della legge ordinaria. Ma è comunque sorprendente che per la chiesa della città più devastata, non ci siano stati fondi sufficienti!’. Don Girolamo elenca quindi una serie di cose che ancora non vanno, più per quanto riguarda la vita degli uomini che per le case: ‘Anche questo settembre, i bambini tornano a scuola nei prefabbricati, e non sarà l’ultimo anno. Nocera è sempre più abitata da vecchi; il gran numero di alloggi creati per l’emergenza ha attirato in massa molti residenti stranieri (alla fine del 2006, gli immigrati erano l’8 per cento della popolazione nocerina, dato superiore alla media regionale). Il traforo di Passo Cornello, importante per Nocera, è stato abbandonato’. A proposito di quest’ultimo, don Girolamo nota: ‘Ci sarà pure qualcuno che spiegherà alla gente perché e da chi è dipeso che tutti i miliardi già spesi dallo Stato hanno prodotto un’altra incompiuta, tutt’altro che celebre’.

AUTORE: Paolo Giovannelli