“Non più io, ma noi”

IOCESI. Il Vescovo ha iniziato la visita pastorale nella zona Sud

Con l’accoglienza del crocifisso di Santa Veronica e la messa nella chiesa di Trestina è iniziata la visita pastorale alla zona pastorale Sud. Il Vescovo ha richiamato il significato primario dei questa visita, che deve essere il primo momento di un cammino cui tutta la diocesi è chiamata. Attraverso questa visita il Vescovo vuole conoscere meglio la Zona e le possibilità concrete per la nascita, nella Zona, delle Unità pastorali, per rendere più viva ed efficace la collaborazione fra le varie parrocchie, a cominciare da quella fra i sacerdoti. Una collaborazione non occasionale o dettata dalle emergenze, ma piena, in cui sacerdoti, religiosi e laici si congiungono per riflettere, progettare e lavorare assieme, perché, pur rimanendo l’integrità delle parrocchie, i confini e i campanili non siano più il segno di soddisfatta autosufficienza. È l’amore che annulla le distanze e si estende anche all’amore dei nemici, e spezza con la dolcezza ogni possibile spirale di violenza che fonda tutto questo, ha detto il Vescovo. La chiesa di Trestina si è ritrovata quasi insufficiente a contenere tutte le persone provenienti dalle parrocchie della Zona, dove il Vescovo ha concelebrato la messa con tutti i parroci delle medesime parrocchie e la partecipazione dei diaconi e di alcuni ministri. Un primo segno, questo, che va nella direzione della sinodalità di cui dice il Vescovo. Hanno animato la celebrazione il servizio dei membri delle parrocchie e un coro composto dalla fusione dei cori di tutte le parrocchie. In una lettera consegnata al Vescovo al termine della celebrazione i componenti del coro si sono così espressi: “Tutti noi ci sentiamo grati per i momenti di comunione fraterna vissuti in preparazione di questo giorno, momenti veramente significativi, che hanno visto il coinvolgimento di ciascuno di noi, grandi o piccoli. Ognuno di noi ha messo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità… solo per Gesù e per la sua Chiesa… Tutto questo ci ha reso consapevoli che la Chiesa è una sola; ciò che abbiamo sperimentato non rimarrà il ricordo di una bella giornata trascorsa insieme, ma, per ognuno di noi, un impegno vero per realizzare concretamente quell’unità pastorale ormai necessaria. Le necessità di Monte Santa Maria Tiberina appartengono anche a Trestina, come quelle di Morra a Niccone… Il nostro ruolo di laici impegnati non si esaurisce intorno al campanile, ma, in forza del mandato ricevuto come battezzati, si prodigherà fin dove sarà necessario. Non più io, ma noi. Questa è la nostra promessa, questo è l’impegno della nostra fede, che con gioia sottoscriviamo”. In queste parole c’è tutto il significato della visita pastorale.

AUTORE: Don Vinicio Zambri