Oltre 3.800 interventi compiuti dalla Caritas diocesana

Sono dati relativi ad un anno di "vita in trincea" al servizio degli ultimi

La Caritas diocesana è sempre più in prima linea, pronta a mobilitarsi con straordinario slancio e generosità per essere sempre e comunque vicino ai così-detti “ultimi”, per i tanti problemi di varia natura con i quali sono costretti a confrontarsi. Con attività semplice e silenziosa, punta al sodo, non si tira mai indietro. Una vita in trincea, verrebbe voglia di dire, con apertura e presenze garantite su più fronti. I dati parlano da soli. In un anno (dal primo settembre del 2001 a quello di quest’anno) ha compiuto ben 3.810 interventi complessivi, che comprendono distribuzione di vestiti in 972 casi e di cibo in altri 2.838 (per un totale di ottanta tonnellate di prodotti). Non sono mancati anche gli interventi finanziari per un totale di Euro 1.4907,97; vanno aggiunti 101 buoni acquisti. Cifre che parlano da sole, da commentare però non tanto come gratificazione per una capacità di intervento sicuramente significativa, quanto come espressione di bisogni sempre più numerosi, per corrispondere ai quali assai spesso gli interessati trovano proprio, se non solo, nella Caritas e quindi nella Chiesa la risposta immediata per dare una prima soluzioni alle emergenze. A questo proposito uno dei prossimi obiettivi è l’istituzione di un osservatorio permanente dei bisogni e delle risorse (osservatorio delle povertà). Il fronte più caldo, al momento, è quello della immigrazione. Oltre alla normale attività di segretariato sociale per extracomunitari, che in quest’anno acquista una particolare rilevanza in forza del più stretto rapporto di collaborazione che è venuto ad istituire con il Comune di Gubbio, sotto osservazione tutte le procedure attivate dall’applicazione della legge Bossi-Fini per la regolarizzazione di quanti avevano fino ad oggi, loro malgrado, l’etichetta di clandestini. Sotto questo profilo l’opera della struttura è preziosa. Smista una quindicina di contatti al giorno: sono persone che chiedono delucidazioni su adempimenti e procedure complicate dalla scarsa chiarezza interpretativa delle disposizioni legislative. La situazione nel territorio sembra evolversi in termini abbastanza positivi. La regolarizzazione sta evolvendosi in termini positivi per ora la quasi generalità di colf e badanti, soprattutto donne che provengono dall’Ucraina e dall’Ecuador. In quattro-cinque casi le attese delle dirette interessate sono andate deluse; i datori di lavoro si sono rifiutati di farsi carico di sanare la situazione. Nel settore maschile si tratta di rumeni, albanesi, ucraini ormai in zona da diversi anni e sulla strada della integrazione piena. Tutto il settore comunque sarà al centro non soltanto di un congresso organizzato in collaborazione con Lions Club Host presso l’Hotel Beniamino Ubaldi (19 ottobre), ma anche di altre iniziative. Prevedono momenti di formazione e spiritualità per gli stranieri che vivono nella nostra città, nella consapevolezza di dover iniziare a rispondere anche ad altri bisogni, oltre che a quelli materiali. In programma poi un progetto di ulteriore apertura nei confronti delle famiglie immigrate. Un gruppo di ragazzi andrà nelle loro case per ascoltare, condividere, mostrare la disponibilità di una Chiesa che va incontro ai bisogni più che attenderli. Confermato il corso di italiano per stranieri; in questo caso molto dipende dagli insegnanti pronti a garantire la propria disponibilità.

AUTORE: G.B.