“Oltre la ‘porta santa’ la diocesi continua la sua missione”

Il messaggio del Vescovo alla Chiesa tifernate per la chiusura del Giubileo

Venerdì scorso è stata celebrata a Città di Castello la conclusione del Grande Giubileo del 2000. In questa occasione mons. Pellegrino Tomaso Ronchi ha consegnato alla Chiesa tifernate il suo messaggio che si intitola “Oltre la ‘Porta Santa’ la Diocesi continua la sua missione”. Il documento, scritto dal Vescovo “al termine dell’Anno giubilare, un Anno veramente santo perché ricco in maniera sovrabbondante della Grazia di Dio” si compone di due parti. Nella prima mons. Ronchi invita tutti i fedeli ad elevare a Dio la lode ed il ringraziamento per “l’anno di grazia che ci ha concesso di vivere”. Il Giubileo – scrive il Vescovo – è stato un dono da parte di Dio che ci ha permesso di ricentrare la nostra vita sulla persona di Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo. Se durante questo periodo tutta la Chiesa ha potuto sperimentare la propria vitalità, anche quella particolare di Città di Castello ha conosciuto un anno di maggiore impegno e vitalità nello svolgimento della sua missione. “Tante persone, grazie alla Chiesa, hanno potuto riascoltare il nome di Gesù, il suo Vangelo; hanno ravvivato la loro fede; hanno cambiato la propria vita; hanno ricevuto la grazia dei sacramenti; hanno preso più consapevolezza della propria missione”. Il Giubileo si chiude, ma continua la missione della Chiesa. Nel corso dello scorso ottobre l’Assemblea diocesana si è chiesta: “Quale chiesa e quale pastorale all’inizio del terzo millennio?”. Il Vescovo, nella seconda parte del documento che riportiamo integralmente, propone le seguenti linee pastorali.UNA CHIESA IN MISSIONELa missione: “andate e annunciate…” è l’impegno primario della Chiesa di ogni tempo, è l’impegno primario anche della nostra Chiesa. Ci viene richiesto dall’urgenza del momento, caratterizzato da un affievolimento di fede e di religiosità vera. Il mettere in dubbio la possibilità di una Verità che guidi l’uomo, il senso di smarrimento e disorientamento sempre più diffuso, la perdita della Speranza come orizzonte della vita, spingono la Chiesa ad annunciare con forza Gesù Cristo: Verità dell’uomo, Via alla felicità, Speranza certa per il suo futuro. C’è urgenza di annunciare, di far conoscere Gesù Cristo, di far accostare a Lui le persone in maniera vera, esistenziale. La Chiesa è chiamata a rimettere al centro la Parola di Dio: ascoltata, vissuta e testimoniata, annunciata. E’ dall’ascolto che nasce la fede, rinasce la speranza, si allarga la carità. Dare continuità al Giubileo e realizzare le indicazioni dell’Assemblea ci impegnano a: dare forma stabile alle esperienze di annuncio fatte durante le Missioni popolari: Gruppi del vangelo, Centri di ascolto, predicazione frequente e curata; rivalutare la religiosità popolare dando contenuti veri e creando occasioni di annuncio; responsabilizzare i laici in questa opera missionaria. UNA CHIESACHE VIVE LA CARITÈLa carità è la vera carta d’identità della Chiesa: una carità praticata all’interno delle comunità attraverso rapporti fraterni fatti di attenzione, di premura, di vicinanza, di servizio: una carità che si realizza in forme di solidarietà, di aiuto e coinvolgimento nei bisogni e nelle necessità emergenti nel territorio. La gratuità e il volontariato sono le espressioni vere del serviziocristiano. Vivere la carità ci impegna a: una continua sensibilizzazione delle nostre comunità perché siano luoghi e strumenti di carità; sostenere con mezzi e persone le opere di carità promosse dalla diocesi; prendere un impegno caritativo, anche a lungo termine, per dare continuità al Giubileo. UNA CHIESACHE LAVORA INSIEMEIl Signore arricchisce sempre la sua Chiesa di doni e carismi per la crescita comune. Ognuno ha il suo dono, le sue capacità da mettere al servizio degli altri. Il lavoro d’insieme permette il confronto e l’arricchimento reciproco e la complementarietà è un principio da vivere nel rapporto tra persone e parrocchie. Lavorare insieme ci impegna a: promuovere una collaborazione vera e fattiva tra sacerdoti e laici per tutto ciò che riguarda la vita delle parrocchie: attività pastorale, economia, tempo libero…. allargare la collaborazione tra gli Uffici di Curia. caldeggiare la collaborazione tra le parrocchie, soprattutto all’interno della Zona pastorale. Nel portare avanti queste indicazioni pastorali, ci siano di incoraggiamento queste parole di Giovanni Paolo II, indirizzate alla nostra diocesi per il XIV Centenario della morte di san Florido, celebrato con un “Anno Floridano” concluso il 13 novembre: “Alle soglie del nuovo millennio, possa l’esempio del santo Patrono spingere i cristiani della diocesi di Città di Castello ad annunciare con coraggio Cristo unico Salvatore del mondo, ed a trasmettere integro il dono della fede alle generazioni future”. Affido alla Madonna “porta del cielo” questo impegno pastorale diocesano, supplicandola di accompagnarci sempre nel nostro pellegrinaggio verso la “porta del Paradiso” per poter entrare con Lei nel Regno della Salvezza. Benedico tutti in comunione quotidiana di preghiera.

AUTORE: Pellegrino Tomaso Ronchi Vescovo