Osservatorio regionale per tutelare la salute mentale dell’infanzia

Un interessante incontro scientifico sui disturbi psichiatrici dell'età evolutiva

Sabato 7 aprile 2001 si è svolto presso la Sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni un incontro scientifico su “Il disturbo pervasivo dello sviluppo”. L’iniziativa, voluta dalla Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia), si è svolta nell’ambito delle manifestazioni nazionali, programmate dall’Oms. per sensibilizzare i cittadini sulle tematiche inerenti la salute mentale in particolare nell’età evolutiva.Sotto la definizione di “disturbo pervasivo dello sviluppo si raggruppano quadri patologici (Sindromi), che condividono alcuni aspetti clinici, ma che hanno anche eziologie diverse. La più conosciuta di queste sindromi è l’autismo infantile, uno dei più gravi disturbi psichiatrici dell’età evolutiva, insieme alla sindrome di Asperger, alla sindrome di Rett ed al disturbo disintegrativo della fanciullezza. L’esordio di queste patologie risale alla prima infanzia ed è associato a caratteristiche modalità relazionali con ridotte capacità sociali e comunicative e compromissione delle funzioni cognitive ed intellettive. In particolare la patologia autistica, che ha un decorso cronico e disabilitante, viene considerata come una precoce e globale alterazione di tutte le funzioni essenziali per il processo evolutivo del bambino. In questa sindrome i neuropsichiatri infantili individuano tre aree che vengono compromesse: l’area della interazione sociale (questi soggetti sono “inaccessibili”, oppure sono bambini passivi, oppure “attivi ma bizzarri”, cioè che interagiscono con l’ambiente in modo inopportuno e non adeguato alla realtà), l’area della comunicazione (“il bambino non parla”, “non sta a sentire” e non compensa nemmeno con forme di comunicazione gestuali o mimiche, oppure persevera nell’uso delle stesse domande o frasi con aspetti clinici di “ecolalia” etc.) e infine l’area dei comportamenti, delle attività e degli interessi (il bambino esegue ripetutamente gesti o azioni non sempre motivate sul piano comunicativo e dal significato inconscio, quali dondolarsi, seguire con un dito tutte le linee che vede, disegnare le stesse cose, etc.). Questa patologia insorge nei primi tre anni di vita e si presenta più frequentemente nei maschi che nelle femmine con un rapporto di 4 a 1. La prevalenza del disturbo pervasivo dello sviluppo è di 16 casi ogni diecimila abitanti, mentre il solo disturbo autistico ha una prevalenza di 5 casi ogni diecimila abitanti. Nella nostra regione si ipotizza la presenza di circa 1.300 soggetti con tale patologia e verso i quali la società umbra deve offrire sostegno e assistenza. Il convegno organizzato dalla cattedra di Neuropsichiatria infantile in collaborazione con l’Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa) e con la fondazione “Agarini”, associazione Onlus, di Terni si è posto nell’ottica di sensibilizzare i cittadini dell’Umbria su questa patologia. Nei loro interventi i prof. G. Mazzotta (Perugia) e prof.ssa P. Giovanardi Rossi hanno illustrato i criteri classificativi e i fattori biologici nell’autismo, mentre la prof.ssa L. Arcangeli, docente di pedagogia speciale dell’Università di Perugia, ha chiarito gli aspetti pedagogici nell’educazione del bambino autistico, la dott.ssa L. Rossi (Provveditorato agli studi, Perugia) ha portato le esperienze della realtà scolastica umbra, il dott. V. Boccali, assessore ai servizi sociali del Comune di Perugia, ha illustrato i compiti dell’Ente locale nell’assistenza a questi pazienti e il sig. L. Francioni ha affrontato l’argomento dal punto di vista dei genitori. Dopo un dibattito è stata approvata la richiesta alle competenti autorità regionali della creazione di un “Osservatorio regionale sul disturbo pervasivo dello sviluppo” presso la Presidenza della Regione al fine di coordinare le esigenze diagnostiche ed integrare l’assistenza a questi malati. Al fine di portare questo gruppo di cittadini malati al più alto livello possibile di recupero sociale, occorre integrare le varie terapie, il sostegno e l’assistenza, sia sanitaria che sociale, senza mai dimenticare l’impegno cristiano, come ha scritto l’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti nella lettera di patrocinio al convegno. La riflessione del Convegno riguarda le patologie psico-fisiche, ma è sempre una “persona” allo stato nascente quella che “soffre” per condizionamenti imposti e che dobbiamo comunque amare ed aiutare.

AUTORE: Prof. Giovanni Mazzotta