Pace e dialogo

FESTA DI SAN FRANCESCO. Alla celebrazione erano presenti i rappresentanti politici dello Stato e della regione. Per la prima volta anche la ricorrenza civile

Quando arriva la festa, sembra che san Francesco appartenga a tutti meno che agli assisiati e agli umbri. Sommessamente presenti essi fanno spazio agli ospiti contenti, che siano in tanti, ad ammirare e amare san Francesco. La folla dei fedeli e dei devoti, compresi quelli che hanno partecipato alle funzioni di preparazione venendo dalle parrocchie sono lieti di ammirare lo schieramento delle autorità, compattate insieme e mescolate senza i rigidi schematismi delle appartenenze politiche. C’era Pier Ferdinando Casini presidente della Camera ed anche Romano Prodi capo dell’opposizione, il senatore Udc Ronconi insieme al Ds Giulietti, il sindaco di Assisi Bartolini insieme al sindaco di Bologna Cofferati e tanti altri. San Francesco riesce a fare il miracolo della mescolanza delle appartenenze. Ha una parola per tutti e un richiamo per ciascuno. Nessuno deve esserne geloso. Del resto è il Patrono d’Italia e per questo non potevano mancare i rappresentanti delle istituzioni civili e militari, con la presidente Lorenzetti in prima fila. L’Emilia- Romagna, molto affine per colore politico, alla regione Umbria è stata presente con i suoi vertici istituzionali e i suoi pellegrini guidati dall’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, portando una nota di attualità sociale nel messaggio del presidente regionale Vasco Errani e del sindaco di Bologna Cofferati che hanno fatto riferimento anche al mondo del lavoro in difficoltà (la Cisa di Tavernelle). Quest’anno, per la prima volta, si è avuta l’indicazione di celebrare la festa di san Francesco anche nel suo versante laico secolare. Non avendo ottenuto la festa civile con vacanza dalla scuola e dal lavoro, i promotori della legge hanno ottenuto una solennità civile da celebrare in modi propri e spontanei nei luoghi della scuola e del lavoro all’insegna della pace e del dialogo tra popoli religioni e culture. La legge è la n. 24 dell’11 febbraio 2005 (un solo articolo) che ha questo titolo: ‘Riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore dei Patroni speciali d’Italia San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena’. Quest’anno si è fatto poco in questo senso, tranne dei buoni servizi televisivi. Sarà bene che negli anni prossimi si faccia una qualche iniziativa che, come avverte il guardiano del Sacro Convento, padre Vincenzo Coli, faccia emergere le radici dello spirito francescano da cui ha origine il messaggio della fraterntà e della pace. Su questo tema hanno battuto anche i messaggi del presidente Ciampi e di Casini e vi è ritornato anche Benedetto XVI, il quale nell’udienza del mercoledì 5 ottobre agli otto mila pellegrini ternani ha ricordato che dell’esempio di san Benedetto e di san Francesco, il mondo ha grande bisogno. Sul muro che circonda la piazza di San Francesco i giovani francescani hanno appeso un grande telo con la scritta tratta dall’inno delle lodi mattutine della domenica: ‘Pace fra cielo e terra, Pace fra tutti i popoli, Pace nei nostri cuori’. Alla resa dei conti la festa potrebbe essere racchiusa in questo messaggio.

AUTORE: Elio Bromuri