Partiti umbri dopo le elezioni: e adesso?

Politica. I risultati elettorali costringeranno i vari schieramenti a ripensare le proprie strategie

consiglio-regionaleLe urne si sono chiuse, ma hanno lasciato tante situazioni in sospeso per il futuro dell’Umbria. Tra un anno si vota per il rinnovo di molte Amministrazioni comunali (Perugia, Terni, Foligno, Spoleto) e l’emorragia di voti in casa Pd e Pdl e il contestuale trionfo del Movimento 5 stelle dovranno per forza – a meno di volontà autolesionistiche – portare a qualche cambiamento. Il Pd ha riunito la propria segreteria cercando di trovare la strada per invertire la rotta. Si parla della necessità di dare “risposte chiare” su alcuni temi come il dimezzamento del numero dei parlamentari e la riduzione conseguente dei compensi, l’abbassamento della pressione fiscale su lavoratori e imprese, lotta a sprechi e corruzione. C’è stato spazio anche per un po’ di autocritica sulla campagna elettorale, appena conclusa, definita fin “troppo sobria”, e sul fatto che il Pd “non è stato in grado di capire fino in fondo il disagio della solitudine, un disagio solido che colpisce famiglie e imprese e la mancanza di prospettiva”, senza intercettare il malcontento calamitato dal M5s. Il Pdl ha in pratica azzerato la sua rappresentanza parlamentare (perdendo 5 parlamentari rispetto al 2008. Ha eletto solo un deputato e un senatore) e qualche riflessione dovrà farla. Nel frattempo l’elezione dell’assessore regionale Gianluca Rossi (Pd) al Senato ha lasciato un posto vuoto nell’esecutivo di palazzo Donini. Voci insistenti danno l’ex sindaco di Narni, Stefano Bigaroni, candidato naturale alla sua sostituzione. Ma il panorama politico è talmente in fibrillazione che non si può dare nulla per scontato. Il Partito socialista ha mostrato insofferenza per non aver avuto alcuna possibilità di proporre alcun candidato in Parlamento e propone liti al suo interno, a Foligno, tra vice sindaco e gruppo consiliare. Il risultato elettorale, molto deludente, dell’ala sinistra della coalizione, tra Sel e Rivoluzione civica di Ingroia, non contribuisce a migliorare il clima, un po’ depresso, della maggioranza. In questo contesto, a livello regionale, l’Idv (Italia dei valori), presente nella lista di Ingroia alle elezioni politiche, si divide sul proprio futuro. Oliviero Dottorini, capogruppo in Consiglio regionale, ha parlato dello scioglimento dell’Idv come “la scelta più saggia e lungimirante. Oggi più che mai dobbiamo ritenerci a disposizione di chi tenta di porre in discussione gli attuali paradigmi del nostro modello di sviluppo e le logore liturgie della politica tradizionale”. Ma il segretario regionale del partito, Paolo Brutti, non condivide la posizione del suo collega a palazzo Cesaroni. “Nel corso dell’esecutivo nazionale – ha affermato – personalmente sosterrò che l’esperienza dell’Italia dei valori, continui proprio per operare un profondo cambiamento nell’attuale modello di sviluppo neo-liberista e nelle logore liturgie della politica tradizionale”.

AUTORE: Emilio Querini