Passare al welfare moltiplicativo: la proposta di Fondazione Zancan

La spesa per la povertà è aumentata del 7,4% e quella per il disagio economico del 13,3%. L’Umbria spende 95 euro pro capite

Oggi occorre “trasformare la spesa di welfare da costo a investimento”. Lo afferma la Fondazione Emanuela Zancan nel Rapporto 2012 sulla lotta alla povertà, dal titolo Vincere la povertà con un welfare generativo (ed. il Mulino). Il problema, si legge nel documento, “è passare da costo a investimento, da spesa a capacità rigenerativa delle risorse, da welfare redistributivo a welfare moltiplicativo, con nuove strategie che non riguardano soltanto la perdita del lavoro ma anche altre ‘perdite’: di salute, istruzione, reddito”.

Molti enti no-profit, afferma la Fondazione padovana, “potrebbero essere interessati a gestire lavoro già temporaneamente remunerato, destinando il rendimento a investimenti di welfare”.

Investire in un welfare generativo, spiega il Rapporto, richiede un passaggio strategico: “Da welfare che raccoglie e redistribuisce le risorse in modo solidaristico (il welfare attuale) a welfare che diventa capace di fare di più investendo molto di più nelle persone”. La sequenza “raccogliere e redistribuire” deve insomma estendersi all’impegno di “rigenerare, rendere e responsabilizzare”. E non si tratta di “mettere in discussione l’investimento di intere generazioni, ma di rilanciarlo, potendo contare sulle capacità generative delle persone e non soltanto su soluzioni amministrative”.

Tra il 2008 e il 2009 la spesa assistenziale dei Comuni è aumentata del 4,7%. La spesa per la povertà è aumentata del 7,4% e quella per il disagio economico del 13,3%. Secondo il report, nel quinquennio 2005-2009 la spesa sociale, in termini nominali, ha registrato un trend in costante aumento, passando da 5.741 milioni di euro a 6.979 milioni di euro, con un aumento del 22%. Contemporaneamente, la spesa destinata a sostegno delle persone con disagio economico è aumentata del 42% (da 1.164 a 1.656 milioni di euro) e quella destinata alla povertà del 37% (da 423 a 579 milioni di euro). Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome confermano la loro maggiore capacità di spesa.

I dati della Fondazione indicano per l’Umbria una lieve diminuzione della Spesa sociale complessiva passata dai 95,44 euro procapite del 2008 ai 95,36 del 2009 e livi incrementi della spesa per persone in disagio economico (da 21,29 a 21,82 euro procapite) e della “Spesa area povertà” (da 4,93 a 5,08), con un umento dell’incidenza di queste due voci sulla spesa sociale complessiva dal 24,5 al 28,2%.

Nonostante questi numeri, la lotta alla povertà stenta a fare passi avanti significativi. Il nodo è nella gestione delle risorse, spese per erogare contributi economici senza effetti duraturi. Quasi un terzo (32%) dei 115,94 euro pro capite (media italiana) della spesa per i servizi sociali locali nel 2009 è servito a dare aiuto a persone povere o con disagio economico (37,12 euro, l’8 per cento in più rispetto al 2008).