Pensieri sull’autostrada

“Ma non facevamo meglio a restarcene tutti a casa?” E’ l’ennesimo pensiero che condivido con le migliaia di persone che come me si stanno cuocendo al sole, a fuoco lento, tra un rallentamento non previsto e una sosta annunciata, il primo sabato di agosto; sul grande nastro d’asfalto si srotola davanti a noi, in direzione di quella Apulia che Federico II ribattezzò felix e che oggi, in questo deserto artificiale popolato da milioni di sardomobili, lo è come lo sono i miraggi nel deserto naturale.Molti i pensieri condivisi con i miei mille anonimi compagni di cottura. Moltissimi. Praticamente tutti. “Ma ve l’ha ordinato il medico di rimandare l’apertura dei cantieri di lavoro autostradali proprio al primo sabato di agosto?”. E ancora: “La Tv l’aveva detto. La Tv non sempre dice bugie”. E ancora: “Speriamo che le ferie di quest’anno non risultino bagnate come quelle dell’anno scorso”. E ancora: “Speriamo che le ferie di quest’anno non risultino arroventate come quelle di due anni fa”. E ancora: “Senti la radio: ci aspettano 4 chilometri di fila. Col cavolo che vengo a votare la prossima volta!”. E ancora: “Ma chi t’ha dato la patente!?”. Stop. Siamo al top. Tra i pensieri dei mille automobilisti che si stanno cuocendo con me a fuoco lento non c’è più ombra di gap. Tutti i salmi finiscono in gloria. Il repertorio completo delle nostre condivise banalità autostradali prevede sempre, per tutti, ovunque quest’ultima, fatidica apostrofe: “Ma chi t’ha dato la patente!?”. Ci hanno programmato. Buoni, pazienti, ubbidienti. Bociaroni appena quanto basta per sentirci qualcosa di più della sardina in scatola alla quale ci hanno ridotto. Ci hanno programmato. Occorre che tutti i nostri comportamenti divengano prevedibili al massimo grado, a che lor signori possano venderci senza sforzo il prodotto giusto al momento giusto. Ci hanno programmato. Dall’anno prossimo sulla plancia degli strumenti sarà obbligatoria anche la password. Personalizzata: l’inserisci quando ritiri il biglietto al casello d’entrata, ti dice tutto lei: cosa fare, cosa pensare, cosa dire, come sbraitare. Fino al casello d’uscita. Buoni, pazienti, ubbidienti. Poi ti augura – addirittura! – “Buone vacanze!”.