Per la Grecia, un modo ci sarebbe

Il rimedio ‘segreto’ per salvare la Grecia dalla bancarotta finale sarebbe sotto gli occhi di tutti, se lo volessero vedere. La Grecia non ha bisogno di nuovi prestiti, e quindi di nuovi debiti, che chiaramente non riuscirà a pagare visto che già non riesce a pagare quelli vecchi. Ha bisogno, puramente e semplicemente, di trasferimenti, ossia di sovvenzioni a fondo perduto. Cioè, se posso parlare crudamente, ha bisogno che l’Europa faccia con lei quello che lo Stato italiano fa da sempre con le sue regioni meridionali. Se la Calabria e la Sicilia fossero uno Stato autonomo e sovrano (insieme o ciascuna per conto suo, la differenza conta poco) sarebbero esattamente nelle condizioni della Grecia, se non peggio. Ma lo stesso discorso si potrebbe fare, sia pure in proporzioni diverse, anche per altre regioni italiane, compresa la nostra. Diciamolo in termini realistici, anche se un po’ grezzi: l’Amministrazione centrale riscuote le tasse in tutto il Paese, fa un bilancio unico, poi riversa in ciascuna Regione una somma calcolata sul numero degli abitanti, invece che proporzionale a quanto è stato riscosso di tasse in quella Regione. Funziona così la spesa pubblica (scuola, sanità, pubblica amministrazione, pensioni di invalidità, contributi all’agricoltura, eccetera) e il tutto prende il nome – sacrosanto – di solidarietà nazionale e di giustizia distributiva. In una comunità degna di questo nome, i membri più ricchi sovvenzionano quelli più poveri. Il discorso si complica quando ci chiediamo se i più poveri sono tali per disgrazie incolpevoli, o piuttosto perché lavorano male, si amministrano male, sprecano tanto le loro risorse naturali quanto ciò che ricevono dai fratelli più ricchi. Ma nella dimensione nazionale, chi pone questi interrogativi non è considerato “politicamente corretto” e rimane minoritario. Nella dimensione europea invece quegli interrogativi pesano, e non c’è correttezza politica che tenga. Questo accade perché l’Europa non è una nazione; non lo è ancora e forse non lo sarà mai. Non possiamo contare troppo sulle solidarietà disinteressate.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani