Per l’opposizione buone le scelte ma è scontro sul metodo

Il Consiglio regionale modifica la Legge 30 per accelerare la ricostruzione

Meno burocrazia per una ricostruzione più snella. Il Consiglio regionale, con 17 voti favorevoli e 7 astensioni, ha apportato alcune modifiche alla legge n. 30 del 98 che regola la ricostruzione post-terremoto in Umbria. Con le modifiche, spiegate in aula dalla presidente della Giunta Maria Rita Lorenzetti, vengono concessi più poteri e maggiori responsabilità ai direttori dei lavori nei vari cantieri con la semplificazione della procedura di scelta delle imprese edili: il privato cittadino potrà incaricare ditte di sua fiducia anche non iscritte all’albo costruttori, purché risultino autorizzate dalla Regione, previo accertamento su lavori eseguiti in precedenza. Le modifiche apportate indicano anche due priorità: una di carattere sociale che prevede di assegnare contributi per ristrutturare l’abitazione di cittadini umbri residenti all’estero, a condizione che sia l’unica posseduta in Italia. L’altra è di carattere tecnico, che consente di inserire nei lavori di una singola Umi anche fabbricati poco danneggiati. Restrizioni per scongiurare problemi di sicurezza e di regolarità nei cantieri, sono state introdotte per i tecnici che non potranno assumere ulteriori incarichi se risulteranno coinvolti in precedenti violazioni su pratiche di subappalto e sicurezza nei cantieri. Per il Durc (Documento di regolarità contabile) si è deciso che la liquidazione dei lavori per stati di avanzamento, riguarderà solo il cantiere interessato ai lavori, mentre l’attestazione di regolarità contabile verrà riferita all’intera attività dell’impresa, anche a livello nazionale, solo in occasione del saldo finale. Critiche le minoranze non tanto sul contenuto delle modifiche – si sono astenute – ma sul rifiuto del Consiglio regionale di far slittare di una settimana l’esame del provvedimento proposto dal consigliere Marzio Ronconi (Per l’Umbria) ma respinto dall’assemblea. Ronconi ha ricordato che la mancanza del numero legale in seconda Commissione aveva impedito di approfondire l’atto, caratterizzato anche da aspetti positivi, come la maggior responsabilità affidata ai direttori dei cantieri. Di ennesimo rimaneggiamento della normativa, “come prova evidente del ritardo nella ricostruzione”, ha parlato Enrico Melasecche, capogruppo di Forza italia, mentre Vannio Brozzi (Ds) ha ricordato che le proposte sono all’attenzione dei consiglieri dal 20 dicembre e che c’è stato tutto il tempo per approfondirle. Critico anche Enrico Sebastiani (Ccd-Cdu) che ha invocato una maggior professionalità dei presidenti dei consorzi. Per Stefano Vinti (Prc), “l’opposizione non può chiedere il rinvio di una settimana su argomenti che dice di condividere” mentre Carlo Antonini ha espresso “irritazione e fastidio” per l’atteggiamento delle opposizioni: “Non vi permettiamo di strumentalizzare la ricostruzione cercando di dimostrare che in Umbria c’è solo marcio e corruzione”.

AUTORE: E.Q.