Però… che c’era, “dietro”?

abatjour

Che c’era dietro l’acronimo NOSH (Nullum oratorium sine hospitito: impensabile un luogo di preghiera non abbinato ad un luogo d’accoglienza), che a partire dal sec. IX qualificò l’impegno caritativo dei Canonici Riformati? A parlare è ancora il Canonico Regolare colto e dalla faccia chiara. Si chiama don Pietro Benozzi, risiede nella canonica eugubina di S. Secondo ed è parroco di una parrocchia grande e viva grazie allo zelo suo e dei suoi confratelli, Madonna del Ponte. Don Pietro dice che i Canonici Regolari non l’hanno inventati loro, gli ospedali, ma ne hanno normato l’uso, e li hanno diffusi in tutti i nuclei religiosi che andavano creando. E che già nei primi secoli delle conquistate libertà civili, il clero, lungo le strade principali, s’era fatto carico dell’ospitalità ai pellegrini, in tettoie adiacenti alla chiesa, che poi vennero tamponate e diventarono “chiostri”. E che già nell’epoca carolingia, e fino al 1200, monaci e canonici, che per pregare tenevano aperte le chiese anche di notte, presero a costruire, annessi ai monasteri e alle canoniche o nelle vicinanze, luoghi di ricovero destinati non più solo ai pellegrini, ma anche ai portatori di molte forme di disagio, perché la loro regola li obbligava “a dare ospitalità, secondo gli insegnamenti del Vangelo”: e che nella Regola di sant’Agostino un intero capitolo, il V, parla De infirmis procurandis, e De cura aegrotantium. In genere erano i conversi a fare da “hospitalieri”.Poi, le strutture si sono moltiplicate: a causa delle guerre che si succedevano una via l’altra, e, oltre che morti ammazzati a iosa, producevano invalidi in quantità industriali. E a causa della povertà endemica di intere popolazioni, segnate dal rachitismo, dono di quel pane di segale del quale abitualmente si nutrivano, a volte con dentro un po’ di … terriccio, per renderlo più sostanzioso. E a causa della costante crescita, di numero e di consistenza, dei pellegrinaggi. Nel periodo dei Comuni nacquero due diverse entità assistenziali ognuna con la sua particolare fisionomia: gli “hospitales”, per accoglienza di pellegrini e viandanti, al riparo dai briganti, e gli “xenodochi” per la cura dei malati e anche delle vittime delle frequenti aggressioni cruente: erano soprattutto i mercanti ad essere aggrediti, e si capisce bene perché. Siamo arrivati all’epoca dei Comuni, e io chiedo venia, lettore colendissimo, se mi fermo un attimo. Permetti. Poco fa, con la mia veneranda e bitorzoluta Fiat Panda, sono sceso lungo il selciato sconnesso dell’Abbondanza, ribattezzata via del Camignano, ho virato di 90° per salire e subito scendere il ponte a schiena d’asino che immette in via Benamati, e per l’ennesima volta ho respirato l’immortale bellezza dei vicoli di questa mia immortale città senza tempo. Permetti.

AUTORE: Angelo M. Fanucci