Perugia rende omaggio a Santa Léonie Aviat

Dopo la canonizzazione celebrata dal Papa domenica scorsa a San Pietro

Un centinaio di celebranti tra vescovi – ben sei! – presbiteri e diaconi; una cattedrale gremita di fedeli – di cui 800 circa provenienti da paesi europei e non; la solennità delle grandi celebrazioni… Martedì scorso, 27 novembre, Perugia ha reso omaggio a Santa Léonie Aviat, in religione madre Francesca di Sales, fondatrice delle Suore Oblate di San Francesco di Sales, appena portata agli onori degli altari da Papa Giovanni Paolo II la scorsa domenica 25 novembre. Perugia ha accolto la Santa agli albori del ‘900; ne ha raccolto il suo ultimo respiro dieci anni dopo il suo arrivo; ha beneficiato e ancora beneficia del prezioso servizio delle sue figlie spirituali… era ben giusto che dopo la canonizzazione nella basilica di San Pietro a Roma, anche Perugia dimostrasse la sua gioia e riconoscenza per un dono così gratuito, quello di una Santa che con grande spirito di servizio ha percorso le vie della nostra città. Il card. Roger Etchegaray, affiancato da altri cinque vescovi, tra cui il nostro mons. Chiaretti, ha presieduto la grande celebrazione. Ovviamente erano numerosi i pellegrini provenienti dalla Francia, specialmente da Troyes dove si trova la casa madre delle suore, ma un nutrito gruppo veniva anche dagli Stati Uniti; poi altri dalla Namibia (guidati dal loro vescovo), dalla Repubblica Sudafricana, dall’Ecuador, e altri europei dall’Austria, dalla Svizzera e dalla Germania. I nostri perugini non si sono tirati indietro. Erano numerosi anche i preti della nostra diocesi che hanno partecipato alla liturgia. All’omelia il cardinale, parlando della santa, di questa figura nuova per il tempo in cui visse, non ha mancato di attualizzarne il messaggio, rivolgendosi soprattutto ai giovani per esortarli alla santità. “Trattenete l’essenziale, in una società in cui tutto si compra, tutto si vende, secondo i gusti anche futili di ciascuno”, ha detto, esortando ad andare contro corrente fino a “perseverare nell’avventura della santità, come in una maratona senza fine”. Ma non una “santità individuale”, bensì una santità che coinvolga l’altro: “Giovani, datevi la mano! Guardate bene attorno a voi – ha continuato il card. Etchegaray invitando i giovani a guardare oltre il superficiale – i santi esistono intorno a voi, facendo finta di niente. La loro stessa presenza è un richiamo…”. Nessun ostacolo deve impedire questa ricerca di santità. “Dio corre verso di voi – ha aggiunto il cardinale Etchegaray – vi si getta al collo, qualunque sia il vostro stato di miseria dal punto di vista religioso: non gli basta attendervi alla porta del paradiso! Mettetevi in cammino e lui farà tutto il resto…”.L’offertorio ha dato proprio il senso del carattere internazionale della congregazione. Carattere ricevuto, in realtà, fin dagli inizi, vista la rapidità con cui si sono aperte case in Europa e anche fuori. Le suore delle case africane hanno accompagnato la presentazione dei doni con un canto e una danza tipica della loro civiltà, e diversi pellegrini, italiani e stranieri, hanno portato non solo il pane e il vino ma anche giocattoli per i bambini meno fortunati, bibbie per i fratelli del Malawi, dizionari strumenti di studio per studenti meno agiati, una casula per una chiesa povera… Tra coloro che portavano le offerte vi era anche Bernadette, la giovane statunitense “miracolata” per intercessione di Santa Léonie Francesca di Sales, il segno richiesto per la canonizzazione. Portava all’altare un bouquet di fiori. La celebrazione, dopo un’ora e mezza dall’inizio, si è conclusa con una serie di applausi invocati dal cardinale stesso per la nuova Santa, per il suo “ispiratore” San Francesco di Sales, per i patroni di Perugia e per un altro indimenticabile Francesco, il “poverello”, così vicino a Perugia, ma anche al mondo intero, per non essere ricordato. Un modo simpatico e gioioso di terminare un momento che è stato di grande festa per tutti, soprattutto per le suore Oblate di via della Cupa, indaffarate fin dal giorno prima nell’accoglienza dei pellegrini che solo il mercoledì seguente, dopo aver celebrato una Messa di ringraziamento proprio ad Assisi, hanno lasciato l’Italia.

AUTORE: Francesca Acito