Pietro e Andrea più uniti

BENEDETTO XVI è stato ricevuto cordialmente in Turchia dalle autorità sia religiose che politiche, e ha incoraggiato la comunità cattolica

‘L’accogliamo fraternamente, con molta gioia in questa Chiesa il cui patrono è Andrea, fratello di Pietro’. Con queste parole il patriarca Bartolomeo I ha salutato Benedetto XVI la sera del 29 novembre nella chiesa di San Giorgio a Istanbul. ‘Noi due – ha aggiunto – siamo successori di Roma e Costantinopoli, quindi responsabili dei passi e anche degli errori commessi nel passato, ma convinti e desiderosi di rispondere alla volontà di Cristo e alla sua preghiera: Ut unum sint’. A sua volta, il Papa aveva esordito manifestando la sua gratitudine per l’atteggiamneto fraterno che aveva percepito. Si era quindi soffermato sugli ‘importanti eventi che hanno sostenuto il nostro impegno per lavorare alla piena unità di cattolici e ortodossi’: dalla Dichiarazione comune firmata da Paolo VI e dal patriarca Atenagora I alle ‘numerose dichiarazioni di impegno condiviso e di molti gesti colmi di significato’ compiuti sia da Paolo VI che da Giovanni Paolo II, per ‘rafforzare la spinta verso la reciproca comprensione e la ricerca della piena unità’. Cordiali anche i rapporti con le autorità politiche, incluso il premier Erdogan incontrato subito all’arrivo all’aeroporto, contrariamente a quanto in un primo momento era stato previsto ed ha potuto ottenere l’auspicio vaticano per l’ingresso della Turchia in Europa. La mattina dello stesso giorno, Benedetto XVI aveva celebrato l’eucaristia a Efeso, al santuario della Casa di Maria, ringraziando vescovi, preti e i religiosi per il servizio reso ‘alla Chiesa, in questa terra benedetta dove, alle origini, la comunità cristiana ha conosciuto grandi sviluppi’. Il Pontefice ha quindi incoraggiato il ‘piccolo gregge di Cristo’ manifestando ‘l’affetto della Chiesa intera’ ai fedeli arrivati da Izmir, Mersin, Iskenderun e Antakia, e da altre parti del mondo. In riferimento alla prima lettura, il Papa ha osservato: ‘Il testo contiene l’espressione che ho scelto quale motto del mio viaggio apostolico: Egli, Cristo, è la nostra pace’. E ha concluso: ‘Con salda fiducia cantiamo, insieme a Maria il Magnificat della lode a Dio’ Cantiamolo con gioia anche quando siamo provati da difficoltà e pericoli, come attesta la bella testimonianza del sacerdote romano don Andrea Santoro, che mi piace ricordare anche in questa nostra celebrazione’. Parlando al corpo diplomatico, il 28 novembre, Benedetto XVI ha sottolineato la lunga amicizia del Vaticano con la Turchia. Ha rievocato infatti le visite di Paolo VI, nel 1967, e di Giovanni Paolo II nel 1979; facendo inoltre memoria di Benedetto XV, ‘artefice infaticabile della pace nel corso del primo conflitto mondiale’, e di Giovanni XXIII, ‘il Papa amico dei turchi’. Lui stesso ha affermato di essere venuto ‘come amico e come apostolo del dialogo e della pace’. Di fronte allo sviluppo recente del terrorismo e dei conflitti regionali – ha aggiunto – occorre ‘rispettare le decisioni delle istituzioni internazionali, e anzi sostenerle’. Soffermandosi quindi sulla laicità del Paese, Benedetto XVI ha rimarcato che, pur essendo musulmana la maggior parte della popolazione, ‘la Costituzione turca riconosce a ogni cittadino i diritti alla libertà di culto e di coscienza’. ‘Mi auguro – ha auspicato – che i credenti, a qualsiasi comunità religiosa appartengano, continuino a beneficiare di tali diritti, nella certezza che la libertà religiosa è un’espressione fondamentale della libertà umana e che la presenza attiva delle religioni nella società è un fattore di progresso e di arricchimento per tutti’. Sottolineando infine il ruolo positivo che possono svolgere le religioni, a condizione che ‘non cerchino di esercitare direttamente un potere politico’, e che rinuncino a giustificare la violenza, il Papa ha ricordato ‘la comunità cattolica di questo Paese, poco numerosa ma molto desiderosa di partecipare allo sviluppo’ della società, ‘specialmente attraverso l’educazione dei giovani, e l’edificazione della pace e l’armonia tra tutti i cittadini’.