Pillola: il confronto politico è aperto

Regione. Sulla Ru 486 l'opposizione e la Margherita chiedono un confronto in Consiglio

Revisione della legge n. 194/78 sull’aborto? Sì, no, forse. Nel frattempo accordo con le Regioni per un monitoraggio sulle interruzioni di gravidanza, richiesta di parere al Consiglio superiore di sanità sulla pillola abortiva e indagine interna al Ministero della sanità per verificare l’applicazione della legge 194. Queste le prime decisioni prese dal Governo in seguito all’acceso dibattito in materia di legislazione abortiva che vede le Regioni direttamente coinvolte. E se l’Ospedale Sant’Anna di Torino ha avviato la sperimentazione della pillola abortiva RU846 (numerose analoghe richieste sono pervenute da parte di altre Regioni), in Toscana si è proceduto direttamente all’acquisto del farmaco all’estero. Sulla stessa linea si è collocata l’Umbria dove l’assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi ha convocato i direttori generali delle Asl e i responsabili delle unità operative di ostetricia e ginecologia (mercoledì 14) per ‘promuovere l’elaborazione di protocolli clinici ed organizzativi comuni’ per l’introduzione della ivg medica (pillola abortiva) la cui sperimentazione, scrive l’assessore, è prevista al punto 8.2.1. del piano sanitario regionale 2003/2005. Alla riunione, però, la sperimentazione, che pure è stata richiesta dall’Ospedale di Spoleto, non è all’ordine del giorno. ‘Una nuova ed ulteriore sperimentazione – si legge nella lettera di convocazione – non porterebbe alcun contributo scientifico innovativo’ in quanto la pillola è già abbondantemente utilizzata e sperimentata in altri Paesi. La riunione c’è stata, ma al momento in cui scriviamo non se ne conosce l’esito. Nè l’assessore Rosi ha risposto in Consiglio alle interpellanze in merito. A La Voce l’assessore ha dichiarato di riconoscere che ‘l’aborto è un trauma che se si può va evitato’ ma se c’è una decisione libera della donna si deve ‘applicare una legge dello Stato’. E la pillola e i rischi per la donna? All’assessore risulta che sia più sicura dell’intervento chirurgico. Solo una informazione tra quelle ricevute gli ha segnalato i rischi della pratica abortiva medica. Troppo poco per prenderla in considerazione. Di fronte ai risultati di studi medici scientifici internazionali Rosi si è comunque detto disponibile ad ‘un ulteriore momento di valutazione perchè noi non siamo affezionati a nessuna tecnica se non quella di garantire al massimo le donne’. Il tema è caldo e le reazioni politiche non sono mancate in particolare dal centrodestra. Maurizio Ronconi (Udc) chiede alla Regione di vietare la sperimentazione della pillola abortiva e annuncia che solleciterà la commissione d’inchiesta parlamentare sulla 194 a visitare l’Umbria prima possibile visto che ‘si tenta di nascondere un tasso di abortività tra i primi in Italia. Per Ada Urbani (Fi) ‘La Regione sbaglia ad ammettere la sperimentazione della Ru 486 una pillola non sicura, in ogni caso invasiva fisicamente e psicologicamente ed è inoltre contraria alla famiglia’ e chiede che il Consiglio dedichi una apposita seduta alla utilizzazione della Ru486′. Per il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Enrico Sebastiani, la vicenda umbra della pillola Ru486 ‘sembra davvero la trama di un film già visto’. ‘È passato più di un mese da quando presentai una interrogazione alla Giunta, rimasta a tutt’oggi senza risposta. Avevo già ravvisato che dietro al ripetersi di imbarazzati rinvii e agli assordanti silenzi politici potesse nascondersi il solito tentativo della maggioranza di sinistra, oggi reso evidente, di rinviare pavidamente la discussione in atto a quando i giochi sarebbero stati fatti. Non mi sono sbagliato’. Anche il consigliere regionale di Alleanza nazionale, Aldo Tracchegiani, si dice contrario alla pillola Ru 486 che ‘se all’apparenza sembra favorire le donne, ad un’analisi più attenta, risulta esattamente il contrario’. Dal centro sinistra Gianpiero Bocci contesta all’assessore ‘che questa materia sia stata discussa in occasione dell’ultimo piano sanitario regionale’ e chiede che ‘venga in Consiglio a spiegare le intenzioni della Giunta’. ‘Come gruppo della Margherita – aggiunge Bocci – riteniamo che l’obiettivo delle istituzioni è quello di ridurre al minimo ogni forma di ricorso all’ivg’. Da Rifondazione comunista il segretario Stefano Vinti non si lascia sfuggire l’occasione per lanciare strali contro la Conferenza episcopale umbra rea di aver criticato le scelte della Regione pro pillola, il che a suo parere non sarebbe altro che ‘il proseguimento di una campagna fondamentalista avviata da tempo che punta alla cancellazione di una conquista di civiltà, quale la legge 194. A sostegno della Ru 486 anche Ada Girolamini che chiede alla Giunta di ‘intervenire presso il ministero della Salute, affinché il Comitato unico del farmaco provveda alla registrazione di tale medicinale’.

AUTORE: Maria Rita Valli