Più donne al “governo” anche nella Chiesa

Donne laiche cattoliche impegnate durante un evento sociale
Donne laiche cattoliche impegnate durante un evento sociale

Urge fare spazio al genio femminile, nell’insegnamento di Papa Francesco. E questo non solo nei ruoli dove già le donne operano brillantemente e generosamente con varie funzioni ministeriali, ma anche nei ruoli di governo e decisionali. È Papa Francesco a dirlo nella sua sovrabbondante esortazione apostolica Evangelii gaudium (nn. 103-105), dove tira le somme e dà gli orientamenti conclusivi del Sinodo dei vescovi sul rilancio di una nuova evangelizzazione. Citando il Compendio della dottrina sociale della Chiesa (n. 295), egli dice che “c’è bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa, perché il genio femminile è necessario in tutte le espressioni della vita sociale, e anche nei luoghi dove vengono prese le decisioni importanti, tanto nella Chiesa come nelle strutture politiche e sociali”. E questo non in forma simbolica ed occasionale, ma in forma continuativa e partecipata, nel ricordo di quel che il Concilio disse già alle donne nel suo messaggio conclusivo: “È venuta l’ora in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora nella quale la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai raggiunto”. Anche se non ci sono al momento nella Chiesa “rivendicazioni” più o meno polemiche dei legittimi diritti delle donne, “per il fatto che uomini e donne hanno nel popolo di Dio la medesima dignità, esse propongono pur sempre alla Chiesa domande che non si possono superficialmente eludere” (n. 104). La Chiesa, infatti, senza le donne è un corpo mutilato: urge perciò non solo il loro ascolto nelle varie consultazioni, in virtù della loro qualità ecclesiale, ma anche la loro presenza con funzioni direttive e di governo. E questo a tutti i livelli, sia centrali (organismi vaticani), sia diocesani, sia parrocchiali. Sia chiaro però che nella Chiesa le funzioni “non danno luogo alla superiorità degli uni sugli altri”. Di fatto, dice sempre Papa Francesco, “una donna, Maria, è più importante di tutti i Vescovi!” (n. 104). Ovviamente dinanzi a queste “provocazioni” papali è ritornata a galla la questione del sacerdozio ordinato, che è “segno di Cristo sposo che si consegna alla Chiesa sua sposa nell’eucarestia”, cui già il beato Giovanni Paolo II aveva risposto nella Christifideles laici distinguendo la potestas sacramentale del sacerdote ordinato dalla dignità e dalla santità personale del soggetto: dignità e santità che possono essere anche grandissime nelle donne, e spesso lo sono, ma non sostituiscono la potestà sacramentale, che in ogni caso non è mai da confondere con il volgare “potere” politico a qualsiasi livello. È nell’ambito della concreta comunità cristiana locale, quindi, che vanno cercate e identificate più ampie presenze e servizi, anche decisionali e di governo delle donne, le quali peraltro già operano con autonomia e pienezza di potere in vari ambiti ecclesiali, ad esempio nel governo delle loro Congregazioni e degli stessi organismi vaticani che a esse presiedono. Il prossimo Sinodo dei vescovi, già convocato, aiuterà, con la sua riflessione su matrimonio e famiglia, a trovare nella Chiesa spazi ulteriori di servizio responsabile e di governo per i quali promuovere ecclesialmente la donna. Papa Francesco però non ignora le difficoltà esistenziali della donna oggi, e nella sua esortazione apostolica così ne parla: “Doppiamente povere sono oggi le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamenti e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti. Tuttavia, anche tra di loro troviamo continuamente i più ammirevoli gesti di quotidiano eroismo nella difesa e nella cura della fragilità delle loro famiglie” (n. 212).

AUTORE: † Giuseppe Chiaretti Arcivescovo emerito di Perugia - Città della Pieve