Politica. Il Governo bicolore che sbucò dal nulla

di Piergiorgio Lignani

Le opinioni sono sempre libere, ma i fatti non dovrebbero essere manipolati o travisati. È una manipolazione dei fatti dire che il presidente Mattarella abbia ignorato e cestinato la volontà espressa da oltre il 50 per cento degli elettori italiani – che sarebbero quelli che hanno votato per il Movimento 5 stelle e per la Lega. È troppo disinvolto sommare in questo modo i voti ricevuti dai due partiti, perché non si erano presentati affatto come alleati.

L’ipotesi di un Governo bicolore non era stata nemmeno accennata, anzi la Lega si era presentata in coalizione con altri, e non pochi dei suoi parlamentari sono stati eletti con i voti di quelli che allora erano i suoi alleati e ora non lo sono più. Mentre da parte sua il M5s aveva sbandierato la sua orgogliosa solitudine come un segno di superiorità morale, e aveva detto che in Parlamento non avrebbe fatto alleanze, semmai avrebbe solo accettato – benignamente e senza dare contropartite – i voti che altri gruppi avessero offerto a sostegno delle sue proposte.

Insomma, sul piano elettorale un’alleanza Lega – 5 stelle non era stata neanche accennata, e quindi non è corretto dire che sia stata benedetta dalla maggioranza dell’elettorato.

Per un altro verso, è una falsità dare a Mattarella la responsabilità di aver fatto fallire il progetto del Governo bicolore. Il Presidente della Repubblica aveva accettato l’indicazione dei due partiti quanto al nome del presidente incaricato, Giuseppe Conte, e anche le proposte di quest’ultimo per la lista dei ministri. Tutte meno una. Poteva legittimamente rifiutarsi di firmare la nomina di un ministro?

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