Preziosi a Perugia per un incontro sul futuro della parrocchia

Azione cattolica diocesana

“Parrocchia e unità pastorale _ cambiamenti e prospettive per la comunità cristiana del terzo millennio”: è questo il titolo di un incontro di riflessione, promosso dall’Azione Cattolica diocesana ed aperto a tutti gli operatori pastorali, che si terrà a Perugia, domenica 18 febbraio prossimo, a partire dalle ore 15, a Casa del sacro Cuore. Interverranno l’arcivescovo mons. Chiaretti, don Luciano Avenati ed il vice presidente nazionale di Azione Cattolica Ernesto Preziosi. Questo appuntamento vuol essere un’eco che richiama e rilancia il messaggio lanciato lo scorso mese di giugno al Convegno della diocesi, con il quale è iniziata la preparazione della visita pastorale che si svolgerà proprio con il criterio dell’incontro del vescovo con le comunità cristiane raggruppate per unità pastorale. Mons. Chiaretti, fin dall’inizio del suo ministero in diocesi, mise l’accento sulla grave questione della carenza di vocazioni sacerdotali e sulla necessità conseguente di ridefinire sul territorio la presenza dei preti e dei servizi ecclesiali. Se questo è il motivo contingente, non sfugge, però, il fatto che anche in questo tornante della storia ecclesiale lo Spirito santo ci invita a riscoprire ciò che è essenziale rispetto a quello che ormai va modificato, in vista di una presenza adeguata della Chiesa sul territorio e per l’obiettivo di fondo e di sempre: l’annuncio del Vangelo e la testimonianza della carità (si veda al riguardo l’ultima lettera pastorale del vescovo). Sappiamo tutti quanto sia difficile comprendere le situazioni nuove, quanti problemi nascono: il nostro incontro vuol offrire un contributo nell’ordine, anzitutto, di una chiarificazione dei termini e delle questioni che sottostanno a questi che non sono solo problemi di organizzazione, con il contributo di persone esperte. Fra l’altro, poche settimane fa c’è stato l’ultimo di una serie di convegni del Centro orientamento pastorale su questo problema: per il futuro, è stato detto in quella sede, occorre pensare a un modo “diverso” di essere preti e di essere laici, nell’ottica della comunione e della corresponsabilità. Sarebbe un bel risultato se, dopo il nostro incontro del 18 febbraio, tornassimo tutti a casa con qualche idea più chiara in testa e con la consapevolezza che bisogna cominciare a cambiare qualcosa. Anche per evitare di subire situazioni comunque impellenti, per lavorare meglio e per soffrire un po’ meno. E noi laici potremmo fare molto su questo versante, così da essere vero aiuto e sostegno ai nostri pastori. All’indomani del Giubileo, il Papa ed i vescovi ci hanno invitato a riprendere il largo e ad attivare i ” laboratori di fede” (di carità, di cultura…): una comunità cristiana che si fa cantiere, ove ciascuno contribuisce con il suo dono, in un’ottica meno individualistica e meno campanilistica, può rappresentare un fermento di autentica speranza non solo a livello spirituale, ma anche sociale.

AUTORE: Luca Oliveti