Protesta di tre Presidenti: vogliamo la Due Mari!

Infrastrutture. I Presidenti delle Province di Perugia, Arezzo e Pesaro scelgono un gesto clamoroso per denunciare il trentennale ritardo della grande comunicazione Grosseto-Fano

La storia racconta che, essendo console Caio Flaminio, i romani nel 220 avanti Cristo costruirono in soli due anni la Flaminia, 330 chilometri attraversando tutta l’odierna Umbria, da Roma a Rimini. Altri tempi, se in questi giorni i tre Presidenti delle Province di Perugia, Arezzo e Pesaro hanno deciso una clamorosa protesta contro i ritardi dei lavori per la costruzione della strada di grande comunicazione Grosseto-Fano che dovrebbe collegare il mare Tirreno all’Adriatico, la cui progettazione risale agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso. Protesta che consiste nel rinchiudersi per tre giorni nella galleria della Guinza, nelle viscere dell’Appennino umbro-marchigiano, tra Mercatello Metauro (Pesaro) e Parnacciano, località nel Comune di San Giustino Umbro. I cantieri sono fermi dal 2006 “lasciando – hanno scritto in una interrogazione parlamentare del 22 ottobre dell’anno scorso gli onorevoli Massimo Vannucci e Chiara Braga – un foro in mezzo alla montagna non collegato né in uscita né in entrata”. E così gli automobilisti devono ancora arrancare sui tornanti di Bocca Trabaria, sfidando in inverno anche il ghiaccio degli oltre 1.000 metri di quota del valico. Quella della “Due Mari” è la storia-tipo delle tante grandi opere incompiute per burocrazia, inefficienza, conflitti di competenze, clientelismo, cattiva amministrazione… e si spera di non dovere aggiungere a questo elenco dei vizi italiani anche qualche articolo del codice penale. Comincia nel 1975 (sono passati 35 anni!) quando a Ginevra viene firmato l’accordo europeo sulle grandi strade a traffico internazionale. Accordo recepito in Italia con la legge 922 del 29/11/1980 che vi inserisce la Grosseto-Fano come Sgc (strada di grande comunicazione) con la sigla E 78. Un’opera importante anche per l’Umbria, da sempre alla ricerca di sbocchi più agevoli verso il mare. Il 14 aprile 2003 l’Anas annuncia trionfante “l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria via sinistra” della Guinza, lunga quasi 6 chilometri. Per la galleria nell’altro senso di marcia i lavori dovrebbero concludersi nel marzo 2004 poiché il Governo ha inserito l’opera nel “Piano strategico delle grandi infrastrutture stradali”. L’ottimismo dell’Anas era evidentemente ecessivo, se sei anni dopo i tre presidenti di Provincia, Marco Vinicio Guasticchi (Perugia), Roberto Vasai (Arezzo) e Matteo Ricci (Pesaro) hanno deciso la clamorosa protesta. Quella dei collegamenti stradali tra l’Umbria ed il mare è una storia tormentata. C’è infatti anche il Progetto Quadrilatero che prevede il completamento ed adeguamento con strada a quattro corsie della Foligno-Civitanova Marche (statale 77 Val di Chienti) e della Perugia-Ancona (statali 76 e 318) il cui costo complessivo è stato indicato in 2.233 miliardi di euro ed i cui lavori dovrebbero essere terminati entro il 2013. La Quadrilatero è una società pubblica con l’Anas socio di maggioranza al 92% e l’altro 8% suddiviso tra vari enti locali. Nel luglio scorso però i sindacati edili Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea Cgil con una conferenza stampa a Perugia hanno lanciato l’allarme: ad oggi in Umbria sono stati completati solo l’8 per cento dei lavori e nelle Marche addirittura lo 0,3 (sì, zero virgola tre!). L’opera – hanno denunciato i sindacati – “interamente finanziata, rischia di rimanere incompiuta per problemi irrisolti di progettazione del tracciato e di interferenze varie”. È il caso del tratto Valfabbrica-Casacastalda, cominciato nel 1998 ed i cui lavori sono fermi dopo la rescissione di un contratto d’appalto, l’aggiudicazione ad altra ditta, ricorsi vari e l’intervento del Tar. E visto che si parla di Valfabbrica e di grandi opere incompiute, che dire della famosa diga sul Chiascio (un bacino lungo una ventina di chilometri su nove milioni di metri quadrati di superficie) i cui lavori sono cominciati nel 1984? Intanto nelle scorse settimane, con giubilo di vari esponenti politici locali, il Cipe ha stanziato altri 43 milioni di euro per completare la diga.

AUTORE: Enzo Ferrini