Quando a Orvieto c’era il Santuario del cielo

BOLSENA. Conferenza sui “santuari etnici degli Umbri e degli Etruschi all’epoca di Costantino”
La conferenza tenuta da Pietro Tamburini

Si è svolta di recente a Bolsena, presso l’auditorium comunale, la conferenza “Hispellum (Spello) e Volsinii (Bolsena): i santuari etnici degli Umbri e degli Etruschi all’epoca di Costantino”, organizzata dal Museo territoriale del lago di Bolsena in concomitanza della mostra “Aurea Umbria – Una regione dell’Impero nell’era di Costantino” che si tiene a Spello fino al 9 dicembre. Nel corso della conferenza l’archeologo Pietro Tamburini, direttore del Museo, ha illustrato le più recenti ipotesi dell’archeologia etrusca riguardanti il Fanum Voltumnae.

Tamburini ha sottolineato il fatto che il Fanum doveva far parte di un santuario etnico (come quello di Olimpia in Grecia) formato da una serie di edifici: dal tempio dedicato alla divinità più importante, appunto il Fanum Voltumne, poi da altri templi minori, da un teatro, un anfiteatro, uno stadio, e altre strutture porticate dedicate ad ospitare i pellegrini e gli eventi cultuali.

Ebbene, un santuario di questo tipo si doveva trovare in una ampia zona pianeggiante come tutti i santuari dell’antichità. È plausibile pertanto che il santuario ritrovato ad Orvieto presso il Campo della Fiera sia proprio il santuario degli Etruschi, e lo stanno a dimostrare gli importanti ritrovamenti di età arcaica qui scoperti. Su uno di questi, un basamento di statua, vi è una scritta in etrusco nella quale è stato suggestivamente letto il nome con cui era denominato questo luogo: “Santuario del cielo”.

Ed è da questo luogo che, nel 264 a.C. quando Velzna venne distrutta dalla guerra con i Romani, il console Marco Fulvio Flacco prelevò e portò a Roma ben 2.000 statue, come riportano le fonti antiche.

Due secoli dopo l’imperatore Augusto, nell’ambito di una politica volta a restituire alle antiche nazionalità le proprie tradizioni, il santuario Panetrusco venne ricostruito, però non più a Orvieto, ormai completamente scomparsa, ma a Bolsena dove gli stessi etruschi orvietani avevano fondato la nuova città di Volsinii.

Nello stesso tempo venne anche ricostruito il santuario degli Umbri a Hispellum (l’attuale Spello). Tali santuari, come ci dimostra il Rescritto costantiniano di Spello, furono frequentati fino agli inizi del IV sec. d.C., per poi essere entrambi sostituiti dai culti cristiani tributati ai rispettivi santi patroni (san Felice a Spello e santa Cristina a Bolsena). Da un confronto fra il santuario di Spello, facilmente individuato nella pianura sottostante la città, e i reperti archeologici individuati a Bolsena, si può ipotizzare che il santuario Panetrusco di Volsinii fosse situato fra l’attuale borgo medievale e il lago.

Fra i vari edifici del santuario è stato finora individuato l’anfiteatro, mentre per gli altri edifici occorrerà eseguire ulteriori scavi, che si presentano non facili, trovandosi proprio sotto la nuova urbanizzazione.

Si potrebbe comunque partire dagli imponenti resti scoperti solo pochi anni fa nei pressi dell’ex campo sportivo: un accurato scavo archeologico permetterebbe di capire di quale edificio si tratti. Certo si auspica che l’interesse per la storia smuova qualche ente benemerito ad approntare fondi per questa ricerca che promette di dare grandi frutti.

AUTORE: Luigi Burla