Quando sparì il serpentone

Mentre stai leggendo queste mie cosucce, amico lettore, questo anemico e incolore/inodore/insapore acquaticcio di spremitura delle mie meningi grige, scocca il 40.mo anno dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Quaranta anni, lo spazio di un sogno. Quell’11 ottobre 1962 io ero prete da un anno e mezzo. E’ inimmaginabile cosa significò l’inizio del Concilio per chi allora aveva 24 anni e 20 giorni, ed era prete da un anno e mezzo, e aveva vissuto a Roma, capitale della pigrizia e del cinismo, lo scoppiettio vibrante e improvviso della primavera di Giovanni XXIII. Un passo indietro. Il 28 ottobre del 1958 ero insieme all’allegra masnada dei miei compagni di seminario (Baldelli, Spada, Favero, Canalini, Molinaro, Marinelli, Rosa…); ero con loro sul sagrato di S. Pietro, col naso in su e una puntina di torcicollo, sotto il balcone dell’Aula delle Benedizioni, ad applaudire senza troppa convinzione quel cardinale tozzo e con la vasta faccia paciosa, guarnita da due spropositate bebole, che il Conclave per motivi tutti suoi aveva da poco eletto papa. Poi mons. Ubaldi mi volle con sé, in S. Pietro, come suo “segretario”, per la Messa d’Incoronazione di Papa Giovanni. “È il mio segretario!”: niente da fare, il servizio d’ordine non mi fece passare. M’infilai allora tra il pilastro della Veronica e l’alto schienale della gradinata, salii furtivamente su uno degli alti sgabelli che il fotografo Felici aveva strategicamente disseminato un po’ in tutta la basilica, e arrampicato lassù, resistendo a uno scherano che ogni tanto mi gridava sottovoce di scendere, e faceva ondeggiare lo calandrino (Fermati, scemo!!), bevvi a bocca aperta il discorso programmatico di Giovanni XXIII. Tre mesi dopo, il 25 gennaio del 1959, sapevamo tutti chi c’era dietro la faccia contadina dell’uomo di Sotto il Monte. Il 25 gennaio 1959 una specie di scarica elettrica attraversò la nostra masnada; eravamo nella Basilica di S. Paolo, insieme a decine di gruppi di Pueri Cantores che celebravano il loro congresso mondiale, cantando come solo gli Angeli di Luca della Robbia si dice che cantino, quando il cielo toscano è libero dai moccoli. Una scarica elettrica: Papa Giovanni ha radunato in un aula del Convento benedettino annesso alla Basilica un gruppetto di cardinali, comunicando loro l’intenzione di celebrare un concilio ecumenico. Un brivido. Indimenticato. L’11 ottobre 1962, quando il serpentone dei vescovi finì di penetrare in S. Pietro, sparendo dalla TV in bianco e nero, io seppi finalmente la gioia di essere Chiesa. 40 anni. Lo spazio di un sogno.