Quattro gradini, a scendere

‘Dio s’è fatto come noi // per farci come lui’. Parole belle, musica troppo cantabile. Troppo. Tutto quello che è troppo cantabile rischia di diventare un ritornello da fischiettare la mattina in bagno. Ci vorrebbe una musica’: come quella del Salterio monastico di Camaldoli, mai scontata. Il Bambino paffutello e sorridente, la Madonna tutta concentrata in Lui, san Giuseppe commosso e incerto: devo adorarlo o devo proteggerlo? Questo è il terzo gradino, a scendere. Il primo fu quando Dio creò il mondo. ‘Non fu un atto di espansione di sé, bensì di limitazione, di rinuncia’ – commenta Simone Weil nell’ ‘Attente de Dieu’- poiché ‘Dio con tutte le creature è qualcosa di meno che Dio da solo’. E ancora: ‘Con l’atto creatore Dio si è negato in nostro favore, per offrirci la possibilità di rinnegarci per lui’. Quello, dei gradini a scendere, fu il primo. Il secondo fu quando Lui si scelse un popolo con il quale allearsi, condizionando ad esso il cammino nella storia che aveva deciso di intraprendere. Dio mio, ma non c’era qualcosa di meglio al mondo? Eppure era da un pezzo che lo sapevano tutti (immaginarsi Tu!!): quello è ‘Popolo di dura cervice’. E questo della Notte Santa è il terzo gradino, a scendere. Sempre più in basso. ‘Pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso’. Come quando vai a letto la sera e lasci il vestito sulla spalliera della sedia. Inerte, inutilizzabile. Spogliò se stesso. Terzo gradino a scendere. Il quarto e ultimo gradino sarà la croce. E sulla croce quel grido straziante. ‘Mio Dio, perché mi hai abbandonato?’ Guardo il bambino, le sue labbra rosate, le sue pappette rubizze appena. ‘Mio Dio, perché mi hai abbandonato?’ Ma come si fa ad abbandonare un esserino così dolce, con una mamma e un papà così dolci? Dolci, e anche felici, in questa notte magica. Ma hanno alle spalle mesi di dubbi lancinanti, e di silenziosa preghiera appassionata, e di tensione estrema per riuscire a fidarsi l’uno dell’altra e, tutt’e due insieme, per riuscire a fidarsi di Dio. Arriverà il quarto gradino, a scendere, e Giuseppe non sarà più presente. Toccherà alla Madonna delle Sette Spade evocarlo, accanto al sepolcro di Gesù. Scuotendo il capo: ‘Vedi, Giuseppe, dov’è arrivato il nostro Gesù?!’. Una lacrima sul ciglio: ‘Vedi, Giuseppe’, in basso, talmente in basso che quel suo paurosissimo grido straziante m’ha trafitto le tempie, m’ha lacerato le viscere’ Credevo di morire’. Poi, sorridendo: ‘Ed è subito diventato il punto più alto della storia’. Quattro gradini: A scendere, nel cuore della storia. A salire, nel cuore di Dio. Buon Natale!

AUTORE: Angelo M. Fanucci