Quel grande presepio che siamo noi

Parola di Vescovo

Ogni anno è di moda, soprattutto nelle nostre campagne, il presepio vivente. È già un passo in avanti in confronto al presepio classico, quello che ci fa contemplare la nascita di Gesù, dove tutto è costruito in vista della capanna, perché lì si attua il Mistero. Nel presepio vivente c’è già una nuova partecipazione, ognuno ci mette del suo e completa il mosaico, ma è sempre soprattutto una ricostruzione storica, rivolta al passato. Abbiamo bisogno di fare un altro passo, di entrare nel presepio con lo stesso spirito della Sacra Famiglia, con la stessa fede e convinzione. Maria e Giuseppe ci hanno indicato la strada: anche noi possiamo diventare protagonisti, se sappiamo generare nello stesso amore quel bambino eccezionale. Perché, si può? Certo. Maria e Giuseppe sono stati i primi, ma perché anche noi – nessuno escluso – imparassimo a fare altrettanto. Ma come si fa a generare Cristo: non è il privilegio della Madonna? Lei lo ha generato prima nel cuore e nella mente, poi fisicamente nel grembo: questo, solo lei lo poteva fare, e a questo è stata predestinata. Ma generarlo nel cuore è privilegio di ogni credente. Gesù è l’uomo nuovo, quello dopo la disfatta del paradiso terrestre, ma è anche il frutto dell’Amore di Dio: difatti è nato per opera dello Spirito santo. Ed è proprio per questo che Gesù ci ha lasciato il suo Spirito, perché fossimo in grado di generare il modello dell’umanità nuova nella nostra persona e nella nostra vita. Se tutti ci mettiamo nel presepio della vita con la stessa fede di Maria nella potenza dello Spirito e con lo stesso amore di Giuseppe – sposo per amore e solo per amore – allora il presepio si ravviva in ogni epoca e l’umanità nuova la vince sul vecchiume dell’ipocrisia e dell’egoismo. Ci siamo un po’ troppo sganciati dal vero significato del primo presepio. Oltre a Maria e Giuseppe, l’avevano capito i pastori e poi i re Magi: avevano capito la grande novità, cioè che Dio direttamente ci avrebbe insegnato a “fare” gli uomini. E così è stato: ci ha dato l’esempio e poi ci ha messo nel cuore il suo stesso Spirito, tutto l’amore di Dio, con cui avremmo potuto imitarlo. Ci siamo un po’ troppo sganciati da questa forza dinamica che ci permette di opporci al male e di fare tutto il bene possibile. Lui è il nostro cibo, l’Agnello di Dio che toglie veramente il peccato del mondo e trasforma questo nostro mondo nel presepio più vero, dove tutti possiamo esprimere l’umanità nuova, la giustizia e la pace cantate dagli angeli. Ricostruiamo insieme questo presepio, entriamoci in prima persona: la capanna, in un certo senso, siamo diventati noi, arricchiti di tutto l’amore di Gesù; o meglio, dalla capanna possiamo ogni giorno, ogni domenica, ripartire per compiere con gioia il nostro lavoro. Diventiamo noi la luce, che ci portiamo nel cuore, per trasformare ogni angolo della Terra: un bellissimo presepe universale! Auguri a tutti.

AUTORE: † Giovanni Scanavino