Quella “Incoronazione” ora lasciatela dov’è!

NORCIA. Sembra prospettarsi una ennesima, dannosa “peregrinazione” per la pala cinquecentesca di Jacopo Siculo
Jacopo Siculo, “Incoronazione della Vergine” (1539-41)
Jacopo Siculo, “Incoronazione della Vergine” (1539-41)

Nel febbraio 2005, quando la pala di Jacopo Siculo rappresentante l’Incoronazione della Vergine tornò a farsi ammirare, finalmente completa di tutte le sue parti (cornice, predella e plinti), nella monumentale ex chiesa di San Francesco a Norcia, si pensò che finalmente avesse trovato la sua giusta e definitiva collocazione. Soprintendenza, esperti e cultori d’arte, con studi e monitoraggi, riconoscevano nella ex chiesa di San Francesco, anch’essa finalmente restaurata, l’unica sede idonea ad ospitare quest’opera pregevole e monumentale, che proprio per le sue dimensioni (circa 40 mq) aveva avuto una particolare odissea. Una peregrinazione che dimostra come a Norcia non esista un altro luogo idoneo ad ospitarla dignitosamente. Da quando nel 1907 fu smontata e separata dalla cornice, predella e plinti, i tentativi di ricollocarla in altra sede sono stati vari e fallimentari. La chiesa dell’Annunziata, per la quale era stata compiuta nel 1541, da anni non esiste più e il convento annesso è stato trasformato in ospedale. La pala, smembrata ma pur sempre ingombrante, venne in un primo momento esposta in maniera inadeguata e fortunosa nella chiesa di San Benedetto, da dove l’Amministrazione comunale la dovette rimuovere su ordine del soprintendente, e la trasferì nel palazzo comunale. L’incendio che nel 1952 distrusse l’attiguo teatro civico obbligò ad un nuovo trasferimento. L’Amministrazione comunale avrebbe voluto riportarla nella chiesa di San Benedetto, ma il soprintendente non concesse il permesso per “inadeguatezza del contesto” e la pala rimase smontata, per qualche anno, in deposito nella chiesa della Misericordia; per fare poi ritorno nel palazzo comunale, dove ebbe bisogno, per essere collocata nella sala del Consiglio maggiore, di un’asola ricavata nel pavimento.

In conseguenza del terremoto del 1979, la pala dovette essere di nuovo rimossa e venne trasportata a Spoleto, dove nel 1984 fu finalmente restaurata e riunita alla cornice e predella. Così, però, tornò ad essere ancora più ingombrante e la sede della collocazione ancora più difficile. Quando finalmente, dopo 25 anni di ‘esilio’ a Spoleto, poté tornare a Norcia grazie all’associazione culturale “Una mostra, un restauro”, la scelta della sede fatta dalla Soprintendenza necessariamente cadde sulla ex chiesa di San Francesco, finalmente restaurata e ora auditorium comunale. Solo questa sede risponde alle esigenze della collocazione di una pala di tali dimensioni (larghezza 3,90 m, altezza 6,80 m). Solo questa, che fu dei Conventuali, costituisce memoria tangibile e leggibile della presenza francescana a Norcia e può degnamente accogliere la pala di Jacopo Siculo. Ma ora che questo capolavoro, tra i più significativi del Rinascimento umbro, con la sua splendida cornice, ha trovato finalmente una degna collocazione in un luogo del tutto consono alla sua importanza e valore, si torna a parlare di trasferimento: si vuoi riprendere la peregrinatio! Ed ecco che l’attuale Sindaco ripropone la basilica di San Benedetto: con un’abside di ridottissime dimensioni, in cui la tavola coprirebbe in altezza parte della trabeazione e in larghezza le due lesene centrali; con un inquinamento ambientale causato dai fumi delle candele, dei lumini e dell’incenso, e un circolo d’aria polveroso proveniente dalla zona archeologica della chiesa che metterebbero in serio pericolo la conservazione della pala di Jacopo Siculo. Inoltre, il trasferimento di un’opera d’arte di così grandi dimensioni è di per sé un rischio connesso allo smontaggio, rimontaggio, trasporto della pesante macchina in ferro, ed è quindi certamente un possibile danneggiamento della stessa. Chi si prenderà questa responsabilità?

AUTORE: A. R.