Ragazze ridotte in schiavitù trattate come merce di scambio

Vasta operazione del Ros: 105 le persone arrestate, tra cui molti cittadini umbri

Anche se questo è il numero di Pasqua non possiamo trascurare la terribile notizia di una maxiretata fatta dai carabinieri del Ros (Reparto operativo speciale) che ha portato all’arresto di ben 105 persone accusate di azioni delittuose infamanti: associazione di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti, tratta delle donne e sfruttamento della prostituzione, riduzione in schiavitù, sequestro di persona, immigrazione clandestina, contraffazione di documenti, violenza privata e estorsione. Sono stati sequestrati sette locali notturni, un albergo e nove appartamenti. L’operazione denominata Girasole, come un quartiere periferico di Perugia, ha avuto come centro il territorio umbro e perugino e conta tra gli arrestati umbri campani calabresi e albanesi, e anche un campione mondiale del pugilato Marco Presciutti. In questa triste storia vi sono le violenze, gli inganni, gli stupri, e persino delle morti, finora rimaste inspiegabili. Sui giornali vengono riportati i racconti di qualcuna di queste donne che hanno reagito all’orrore nel quale si erano trovate coinvolte ed hanno confessato cose che non avremmo immaginato. Una di esse ha descritto i modi con cui, prima di essere portate in Italia, venivano selezionate dietro l’esibizione visiva e la prova pratica delle loro potenzialità sessuali, come non si fa neppure con il commercio degli animali, e poi veniva fatta la contrattazione del passaggio di proprietà delle ragazze da una banda all’altra. Le ragazze così “trattate” come merci di scambio, vere schiave del sesso, come le chiama don Benzi, da molti cosiderato esagerato, provengono soprattutto dai Paesi dell’ ex Unione sovietica ma vi sono anche colombiane, somale e tunisine. Tutta l’azione è partita da una indagine del Pm della Direzione distrettuale antimafia Antonella Duchini sull’omicidio di una prostituta russa avvenuto nell’estate scorsa nelle campagne umbre. I giornali riportano i nomi degli arrestati e i luoghi dove hanno trovato le ragazze. Inizia una specie di telenovela ed ogni giorno ne sapremo di più e forse la curiosità popolare si butterà sui fatti accaduti con vivo interesse. Ma quello che si doveva sapere ormai è sufficiente. L’Umbria non va trattata con gli stereotipi che in passato erano fondati, ma con il realismo che è da usare nel presente modificato dalla “globalizzazione” del mercato, anche quello del sesso e dalla caduta dei tabù, alla cui demolizione hanno prestato la loro opera cattivi maestri e quel tipo di persone che uno scrittore ha definito “i nefasti costruttori di una civiltà degli ‘imbecilli’ ” (A. Carrel) e si sa che questo tipo di persone fa più danno di ogni altro. Questo comporta per tutta la regione e per i suoi “educatori”, amministratori, politici e gente di buona volontà di guardare in faccia la realtà e di non fermarsi a osservare gli aspetti più triti e marginali delle questioni e degli interessi di parte, stigmatizzando e emarginando (o correggendo) coloro che dietro al traffico di donne sono i consumatori finali della sporca faccenda.

AUTORE: E.B.