Religione a scuola tra cultura e senso della vita

L’arcivescovo ha incontrato gli insegnanti di religione. “A scuola stessa dignità ma obiettivo più ambizioso”

Nella scuola gli insegnanti di religione “siedono con la stessa dignità e con la stessa professionalità degli altri docenti ma con un obiettivo ancor più ambizioso di un normale progetto didattico: quello di permettere agli alunni di poter affrontare le questioni inerenti il senso della vita e il valore della persona, alla luce della Bibbia e della tradizione cristiana”. Così l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti si è rivolto agli insegnanti di religione lunedì scorso. L’occasione era il primo dei tre incontri del corso di aggiornamento promosso dall’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica (il secondo si terrà il 28 settembre e il terzo il 1 ottobre). Nel suo discorso mons. Bassetti ha sottolineato il valore della loro presenza “sia negli istituti scolastici che nella comunità diocesana”, e del loro lavoro svolto “ogni giorno, spesso in luoghi fisici e contesti culturali controversi se non, addirittura, pregiudizievolmente avversi”. L’arcivescovo ha ricordato anche il momento storico in cui viviamo “segnato da un pervicace e sempre più diffuso analfabetismo religioso che caratterizza ormai larghe fasce della società italiana”. In questo contesto, ha aggiunto mons. Bassetti ricordando il seminario di studio svoltosi a Roma lo scorso maggio che si intitolava: “I giovani domandano senso. L’Insegnamento della Religione cattolica risponde”, “in questa crisi di senso che avvolge la nostra società, moltissime persone, soprattutto i giovani, pongono delle domande, degli interrogativi, che spesso sono delle inquietudini, delle ansie sociali, a cui gli insegnanti di religione possono e devono rispondere”. Mons. Bassetti ha sottolineato il contributo più strettamente culturale dato dall’insegnamento della religione nelle scuole in un contesto culturale in cui “nonostante tutte le controversie ideologiche si sta consolidando l’idea che alla base della nostra civiltà e della nostra humanitas risieda il cristianesimo, non solo in quanto fede religiosa ma anche come patrimonio di cultura, esperienze e tradizioni”. L’incontro è stato aperto da Massimo Liucci, direttore dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione. Illustrando il programma formativo inviato ai 126 insegnanti incaricati e 50 aspiranti in attesa di supplenze, si è soffermato anche sui dati relativi agli studenti che scelgono di seguire l’ora di religione. “Perugia – ha detto – con l’89% di avvalentisi è nella media nazionale”. E se è vero che la percentuale è più bassa alle superiori che non alle elementari e medie, c’è da notare che “negli ultimi anni la flessione è maggiore proprio alla media inferiore e nella scuola dell’infanzia”, un dato che si spiega anche per la presenza di bambini immigrati non cattolici, ha aggiunto. “Non vi lasciate scoraggiare dai toni di certa stampa che ha parlato di ‘fuga dall’ora di religione’ enfatizzando il 10% (media nazionale) che non l’ha scelta” ha detto Bassetti, ricordando il valore di quell’89,8% di studenti che sceglie ancora l’ora di religione.

AUTORE: Maria Rita Valli