“Respec”

Respec, e appare la faccia di Messi. Rispetto, ed ecco il volto di Levandowskj. Respec, e vai col profilo di Cristiano Ronaldo. Rispetto ed eccoti il grugno di Tevez. Respec, “rispetto” per gli altri, soprattutto per quelli che hanno la pelle di un altro colore. Te lo raccomandano loro, i campioni del calcio. Respec, rispetto. Bella questa trovata tv prima dell’inizio delle grandi partite. Più m’invecchio e più lo sport mi piace. Sportivo lo sono stato sempre, tifoso… solo i primi dieci anni della mia vita; fino al 4 maggio 1949, quando i magnifici undici del grande Torino li piangemmo tutti insieme, dopo che l’aereo si schiantò sulla collina di Superga. Il 4 maggio 1949, sessantasei anni fa. Il mio grande Torino. Per anni nel ringraziamento alla mia comunione eucaristica quotidiana, da mini-chierichetto di un grand’uomo autentico, don Lorenzo Biagiotti, avevo sempre pregato affinché il mio Torino vincesse, ed ero stato esaudito.

Proprio come il Dottorino, che prima di una partita del Gubbio aveva chiesto alla Madonna di aiutare la sua squadra, e Renato, tifosissimo peraltro!, gli aveva detto che non era il caso di scomodare la Madonna per roba del genere. E il Gubbio aveva vinto, e il Dottorino aveva concluso: “I visto però? M’ha ascoltato!”. Da sportivo non tifoso, le partite di calcio in tv se posso le seguo tutte. E (sempre se posso) seguo il tennis di Djokovic, e il basket della famiglia Gentile, e lo snooker di Bingham, e… Ma recentemente sono rimasto schifato, letteralmente. Durante una partita di volley, uno di questi omoni che saltano un metro sopra la rete e sparano palloni come cannonate, ha commesso un errore pacchiano, che lo ha autorizzato a vomitare tutte insieme una fila di bestemmie, e lo speaker ha commentatore allegramente: “Ha tirato giù tutte le Madonne dei santuari che gremiscono questa regione”.

Eravamo in Veneto. E subito m’è tornato in mente, accessibile a tutti i devoti di internet, un video in cui Buffon bestemmia anche lui, ma lento, gustandosele, le sue bestemmie. Sì, proprio lui, Gianluigi Buffon, il “grande” portiere della Nazionale, che ci rappresenta tutti per il modico stipendio di 4 milioni di euro all’anno, e poi ai Mondiali ci elimina facendosi battere da un terzino che arriva da lontano come uno sgarrupato e colpisce il pallone con la schiena. “Meglio Casillas”, dice Zoff; e lo dico anche io, dopo quel video. Ho avuto modo di conoscerlo, Buffon, e di parlarci cinque minuti quando faceva il servizio civile a Marore di Parma, nella Comunità Betania di don Luigi Valentini, dove periodicamente si riuniva il Gruppo Chiesa del Cnca. Sereno, intelligente. Buono. E oggi… bestemmia in tv con una concentrazione quasi mistica… un monaco che all’alba intona il Deus in adiutorium. Respec, rispetto: per chi? Anche per noi che speriamo di morire (quando sarà tempo) con il nome di Dio sulle labbra?

AUTORE: Angelo M. Fanucci