Ripercussioni sull’economia ternana della guerra

Continuano le manifestazioni per la pace e si fanno i primi bilanci

Terni continua a manifestare per le pace come già nei giorni scorsi, amplificando l’impegno di esponenti civili e religiosi, associazioni e semplici cittadini per far sentire la propria voce di pace. Terni città che ha vissuto in prima persona gli orrori e i dolori della guerra rende visibile in ogni modo i colori, le voci, i pensieri e la preghiera per dire no alla guerra. Seduta straordinaria al completo del consiglio comunale alla quale è intervenuto anche il vescovo mons. Paglia e allargata al consiglio provinciale, alle circoscrizioni ed alle forze sociali. Nel corso del suo intervento il vescovo ha sottolineato come le parole in favore della pace non debbano fermarsi. “Quello che è accaduto l’11 settembre- ha affermato- non può continuare e le nostre parole devono opporsi a tutto ciò che nega la legalità internazionale, che nega l’energia vitale del pacifismo.” “La pace è soprattutto convivenza tra culture, popoli e religioni diverse ed è questo aspetto, oggi ben visibile, che deve legare e non dividere. E’ questa infatti la reale risorsa della civiltà della tolleranza, perchè non è mai troppo tardi per comprendersi e per continuare a trattare”. Per ribadire il sì alla pace incessantemente nelle chiese continueranno a susseguirsi le veglie, le preghiere in ogni celebrazione festiva e feriale e continueranno a suonare i rintocchi tristi delle campane. “La battaglia per la pace è un mosaico che ha bisogno di tutti i pezzi” “Una guerra scatenata fuori dalle regole del diritto internazionale è inutile e pericolosa e rischia di fornire nuovo alimento al terrorismo.” – ha affermato il sindaco Paolo Raffaelli. La guerra in Iraq avrà ripercussioni negative anche sullo sviluppo ternano, sia per quanto riguarda l’economia sia a livello sociale. Sono in molti a sostenerlo, tra essi la Thyssen-Krupp Acciai Speciali Terni, ma anche lo stesso sindaco di Terni Paolo Raffaelli. A far lievitare l’economia dell’intera regionale – anche in momenti difficili – sono infatti come è noto gli acciai speciali e i loro prodotti di trasformazione. Nella situazione di insicurezza generata dalla guerra, però – come ci spiegavano qualche settimana fa dalla stessa azienda – i consumi degli utensili in acciaio crollano inesorabilmente con ripercussioni sulla stessa produzione del metallo”. “Un’economia di pace – dice Raffaelli – è la condizione decisiva per affrontare con efficacia anche il fabbisogno energetico: tanto per l’importazione di elettricità a prezzi agevolati quanto per quella del metano da cui dipende il costo dell’energia, la conca ternana dipende infatti da un quadro di interscambio con i paesi del Mediterraneo, dei Balcani e dell’Est Europeo”. Uno scenario di guerra, spiega, che se si protraesse renderebbe impraticabili gran parte delle scelte che sono oggi possibili per realizzare un riequilibrio, almeno parziale, della bolletta energetica ternana con accordi bilaterali e contratti di interrompibilità. Un discorso simile è quello che riguarda l’integrazione interetnica e multirazziale che Terni è fino ad oggi riuscita a realizzare, assorbendo quasi 7000 immigrati regolarizzati o in condizione di esserlo. “Fino ad oggi l’integrazione è stata possibile e per certi versi anche agevole, grazie all’impegno delle istituzioni ma anche della Chiesa e del volontariato poiché si è trattato di una immigrazione graduale. Il protrarsi di un quadro di guerra e di violenta contrapposizione internazionale ed interetnica che creasse nell’Europa mediterranea a un’ondata di profughi di dimensione biblica, sottoporrebbe anche la nostra comunità, sin qui equilibrata, accogliente e sicura, a una pressione insopportabile, che avrebbe effetti sociali incalcolabili”.

AUTORE: Arnaldo Casali