Rispettare la dignità e la legittima libertà degli altri

L'etica nella professione giornalistica: celebrata la festa di San Francesco di Sales

La festa di San Francesco di Sales è divenuta oramai un appuntamento tradizionale anche nella nostra diocesi. In quell’occasione, infatti, il Vescovo riunisce attorno a sé i giornalisti e gli operatori delle comunicazioni sociali per la celebrazione dell’eucaristia e per uno scambio di auguri. Così è avvenuto anche quest’anno: il 24 febbraio scorso una trentina di addetti ai lavori ha risposto all’invito ritrovandosi presso la cappella privata del Vescovo. Nel corso dell’omelia, mons. Ronchi ha trattato diffusamente del tema della responsabilità di chi opera nel campo delle comunicazioni sociali. “Il giornalista – ha evidenziato – può e deve riportare fatti e vicende, ma deve essere estremamente riflessivo nell’esprimere valutazioni critiche o giudizi. Deve essere conscio che non può limitarsi ad assecondare o meno gli orientamenti che la piazza vuole che si dicano”. In tutto ciò il credente è ispirato dalla convinzione di essere giudicato anche riguardo al modo di svolgere la propria professione. Per tutti, rimane pur sempre vero che il tribunale della propria coscienza è quanto mai esigente e non consente scappatoie. Passando a questioni attinenti più direttamente l’etica, il Vescovo ha sottolineato come “con la sua vastissima e diretta influenza sulla pubblica opinione, il giornalismo non può essere guidato solo dalle forze economiche, dai profitti e dagli interessi di parte. Deve essere invece sentito come un compito in certo senso ‘sacro’, svolto nella consapevolezza che i potenti mezzi di comunicazione vi vengono affidati per il bene di tutti ed in particolare per il bene delle fasce più deboli della società: dai bambini ai poveri, dai malati alle persone emarginate e discriminate”. Di qui nasce la grave responsabilità che grava su coloro che operano nel settore dei mezzi di comunicazione. Ne è possibile prendere la scorciatoia dell’asserire che la libertà di stampa è assoluta. “Nessuna libertà – ha infatti proseguito il Vescovo – inclusa la libertà di espressione è assoluta. Essa trova, infatti, il suo limite nel dovere di rispettare la dignità e la legittima libertà degli altri. Nessuna cosa, per quanto affascinante, può essere scritta, realizzata e trasmessa a danno della verità”. Come naturale conclusione della serata, il vescovo ha fatto omaggio agli intervenuti del recente documento del Pontificio consiglio delle Comunicazioni sociali su “L’etica nelle comunicazioni sociali”.

AUTORE: D.A.N.