Sacre rievocazioni a Gubbio e Cantiano

Il Venerdì santo di ogni anno vengono proposti due appuntamenti che descrivono, in forma diversa, ma con la stessa intensità e suggestione, la Passione di Nostro Signore

La diocesi di Gubbio, con alcuni dei comuni che la compongono, esprime un patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni se non unico, sicuramente tra i più significativi e qualificati. Al suo interno convivono, infatti, manifestazioni che si rinnovano a scadenze fisse, ma con una attualità non appannata dallo scorrere dei secoli, semplicemente perché esprimono valori vissuti, condivisi e trasmessi di generazione in generazione. Gubbio e Cantiano, ad esempio, il Venerdì santo di ogni anno propongono due appuntamenti che descrivono, in forma diversa, ma con la stessa intensità e suggestione, la Passione di Nostro Signore: a Gubbio la ‘Processione del Cristo Morto’, a Cantiano la ‘Turba’. La ‘Processione del Cristo Morto’, che si rinnova con secolare puntualità, è considerata tra le rievocazioni pasquali più immediate e genuine non soltanto a livello regionale. Le sue origini risalgono ai movimenti laici penitenziali, fiorenti nel periodo medioevale, quali la ‘Confraternita di Santa Croce della Foce’ che si fa carico ancora oggi di organizzare, d’intesa con l’autorità religiosa, la sacra rievocazione. È una vera e propria rappresentazione del dramma divino, aperta dal suono delle ‘Battistrangole’ (tavole di legno con maniglie in ferro su entrambi i lati che, agitate, provocano un suono lugubre, quasi un lamento) con i ‘Sacconi’ (membri della confraternita con il caratteristico costume di canapa bianca con cappuccio e croce rossa sul petto) che ‘mostrano’ i simboli della Passione. Personaggi centrali, nel contesto di una grande partecipazione popolare, il Cristo Morto (statua lignea del Seicento) e la Madonna Addolorata. Inizia alle ore 19 dalla chiesa di Santa Croce della Foce dove si conclude (intorno alle 21.30) dopo aver attraversato il centro storico rischiarato da ‘fuochi’ che si accendono ovunque e sostato nella chiesa di San Domenico dove ha luogo una breve riflessione del Vescovo (nella circostanza è la prima del neo vescovo mons. Mario Ceccobelli). Un fascino particolare viene dal Miserere, un canto penitenziale ricevuto per tradizione orale, eseguito da due cori (hanno provato per tutta la Quaresima) che favorisce intimità e raccoglimento. La ‘Turba’ di Cantiano è probabilmente tra le più antiche rappresentazioni europee della Passione (si fa risalire a prima dell’anno Mille), nata all’inizio come processione e trasformatasi poi come evento teatrale con costumi, scenografie, testi e musiche potenziati dagli anni trenta del secolo passato ad oggi. Coinvolge l’intera città, di cui esprime l’identità più vera, con una collaborazione entusiasta ed orgogliosa. Si incomincia alle ore 21 nel Parco delle Rimembranze con l’ultima Cena e la cattura di Gesù, si prosegue con il ‘processo’ in Piazza Luceoli, al termine del quale si sale, in processione, fino al ‘Calvario’ (il Colle di Sant’Ubaldo), illuminato dalle fiaccole, dove la ‘Turba’ si conclude con la crocifissione di Gesù. La manifestazione quest’anno è stata al centro di una grande attenzione mediatica: un ampio e documentato servizio è apparso sul numero 12/2005 di Famiglia Cristiana, inoltre sarà trasmessa nel programma di Raiuno A sua immagine in onda venerdì 26 marzo alle ore 14.10.

AUTORE: Giampiero Bedini