San Francesco sì, ma quale?

Da mistico a simbolo dell'italianità, da cattolico integrale a pioniere del dialogo con le religioni, fino a ecologista, ecumenico e pacifista: il Santo d'Assisi è davvero tutto ciò?

Un detto popolare afferma che “quando nascono sono tutti belli, quando si sposano sono tutti ricchi, quando muoiono sono tutti buoni”. Questo accade anche ai santi per cui a volte capita che li presentano più santi di quello che sono stati, edulcorando gli aspetti più oscuri della loro vita, semplificando ciò che era complesso, eliminando contraddizioni e esaltando le virtù per evidenziarne la santità. Tutto ciò è ben noto a tutti quelli che si cimentano nello studio dell’agiografia, ovvero del modo con cui è stata narrata la vita dei santi lungo la storia. Non stupisce che ciò sia accaduto anche a frate Francesco d’Assisi dopo che con la sua canonizzazione a opera di papa Gregorio IX divenne san Francesco (ma la stessa cosa si può dire di altri santi, anche molto più recenti, per non dire contemporanei, come papa Giovanni XXIII). Nel caso di Francesco d’Assisi la sua vita è stata narrata cercando di esaltarne la santità, trascurando, o almeno mettendo in sordina, la complessità della sua vita, le durezze, ma anche le contraddizioni; naturalmente ciascun scrittore ha accentuato ciò che più gli premeva, a volte anche forzando i dati della storia. Così alcuni ne esaltano la perfetta ortodossia, altri la radicalità nel vivere la povertà, altri ancora le sue capacità taumaturgiche, ovvero di fare miracoli: tutto ciò non risultò poi così difficile, vista la complessità del Santo di Assisi e le diverse sfaccettature della sua vita. Bastava assolutizzare un particolare e trascurarne altri e ecco l’immagine di santo desiderata! Il risultato finale è che esistono più san Francesco e tutti legittimi (nella loro parzialità)! Se questa fu la situazione nel Medio Evo, i secoli successivi non fecero molto di diverso! E allora ecco il san Francesco esempio di riformista elaborato dai modernisti, o il san Francesco mistico di Giovanni Papini o l’immagine di san Francesco come “vero socialista”, il san Francesco pacifista, o quello che è “il più santo degli italiani e il più italiano dei santi”, san Francesco come un nuovo Orfeo in cui il Santo si fa anelito nostalgico alla creatività o alla spontaneità perdute. Per non dire dell’immagine di san Francesco “figlio dei fiori”, ecologista, ecumenico, simbolo del dialogo interreligioso, araldo di pace. Certamente non tutti i san Francesco sono adatti per ogni epoca: ed ecco che il san Francesco irenico è stato giudicato da qualcuno simbolo di ingenuità; altri sbandierano il san Francesco “uomo cattolico tutto apostolico” come segno di identità (certo che con questa immagine di san Francesco ben pochi rappresentanti delle diverse religioni del mondo sarebbero venuti ad Assisi nel 1986 all’incontro con Giovanni Paolo II!). Ma quanti san Francesco sono esistiti o esistono? Davanti a tutto questo bailamme qualcuno è giunto persino a domandarsi se san Francesco sia realmente esistito oppure sia un mero simbolo di qualche valore. Qualche anno fa a Perugia alcuni scrissero su dei cartelloni “Riguardo alla pace noi la pensiamo come Francesco d’Assisi”; altri, forse sentitisi defraudati, organizzarono nella Sala dei Notari un incontro su san Francesco al quale intervenne anche lo storico Franco Cardini. Sembrava l’occasione buona per conoscere san Francesco, ma al termine dell’incontro ciascuno rimase sulle sue posizioni, per non dire che le diversità di vedute si acutizzarono ancora di più. Davanti a tutto ciò, che in un certo qual senso lascia pure smarriti, cosa fare? Inanzitutto bisogna avere l’onestà intellettuale di dare a ciascuno il suo, ovvero, parafrasando il Vangelo, “a Francesco quello che è di Francesco e a noi quello che è nostro”. Ogni sana comunicazione richiede le barriere dell’io, ovvero sapere dove finisce l’io e dove inizia il tu. Senza le barire dell’io avviene la fusione con l’altro, ovvero la con-fusione. Questo vale anche per Francesco d’Assisi: avere l’onestà di assumerci le nostre responsabilità e non gettare su Francesco le nostre problematiche o, peggio ancora, le nostre ideologie. Francesco è Francesco e la cosa migliore è conoscerlo come tale. Ma conoscere una persona non è scontato, richiede fatica e prima di tutto capacità di ascolto disinteressato. Così anche per conoscere frate Francesco bisogna mettersi in ascolto delle fonti a lui inerenti, prima di tutto gli Scritti e poi le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto o che hanno raccolto la tradizione orale. Non è una operazione facile: ci sono persone che passano anni a studiare a trascrivere i manoscritti con le fonti e a cercare di comprenderle! Ancora una volta, quindi, anche con frate Francesco d’Assisi siamo interpellati nella nostra libertà per compiere la scelta più importante: o aprirci alla realtà, oppure, con un atteggiamento ideologico, incasellare la realtà nei nostri schemi mentali. Ciascuno è libero di fare la sua scelta, ma non tutte le scelte sono uguali!

AUTORE: Pietro Messa