San Pellegrino: iniziano i festeggiamenti per il millennio

Restaurata parte degli affreschi della piccola chiesa della frazione gualdese

Correva l’anno 1004 quando, secondo quello che è stato tramandato di generazione in generazione, uno sconosciuto pellegrino, uno dei tanti che a quei tempi attraversavano mezza Europa a piedi per raggiungere le grandi mete del cristianesimo, bussò alle porte di quello che era un piccolo villaggio di contadini, poco distante dalla via Flaminia. Chiedeva solamente un posto dove passare la notte, ma la diffidenza era tanta: pochi anni prima le truppe dell’imperatore Ottone III avevano raso al suolo la città di Tadino e la zona era infestata da briganti. Nessuno, allora, accolse quel viandante che fu costretto a ripararsi sotto un ponte, nei pressi di un ruscello. Ma, durante la notte, un improvviso nubifragio fece gonfiare tutti i corsi d’acqua e quel povero viandante fu travolto, ucciso e sepolto da una colata di fango. Il mattino dopo, gli abitanti del villaggio – che si erano nel frattempo pentiti del loro atteggiamento – cercarono il vecchio e lo trovarono, ormai morto; ma il suo bastone era miracolosamente fiorito. Da quel miracolo, nacque il culto per il santo Pellegrino, il cui nome comune divenne proprio e diede poi il nome al piccolo villaggio. A distanza di mille anni, la piccola frazione di San Pellegrino celebra ancora quell’incontro. Lo fa ogni anno in occasione dell’alzata del Maggio, la festa popolare più antica di tutta l’Umbria; lo farà tanto più nel 2004 per festeggiare il millennio. L’occasione è di quelle grandi e, anche se il paese conta oramai solo poco più di un centinaio di abitanti, il programma dei festeggiamenti è davvero ambizioso e ha un budget di oltre 150.000 euro. Tanto, infatti, costerà l’ultimazione dei restauri alla chiesa parrocchiale, il cui interno presenta bellissimi affreschi risalenti al XIV e XV secolo. Parte sono opera di Matteo da Gualdo, come La Madonna in trono, e della sua scuola; parte sono di scuola marchigiana, come il bellissimo trittico di Girolamo di Giovanni da Camerino, e una stupenda Annunciazione, databile attorno al 1330. Alcuni affreschi, come La Madonna del latte, ed alcune altre raffigurazioni della Vergine risultano estremamente interessanti ed innovative. A questo si aggiungano varie preziose tele dipinte fra il XVII e il XVIII secolo. “La chiesa è un vero scrigno di opere d’arte” ci spiega don Luigi Merli, il parroco “poiché la chiesa era dipendente, tramite l’abbazia di Santa Maria di Sitria, dall’eremo camaldolese di Fonte Avellana” “La somma di denaro necessaria al restauro di parte degli affreschi” continua don Merli “deriva da un generoso contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia (25.000 euro) e della Curia (9.000 euro), ma anche da una generosa donazione di una coppia di sposi che ha interamente devoluto i regali di nozze (9.000 euro) alla parrocchia per finanziare i lavori. Il Comune di Gualdo Tadino ha offerto la sua cospicua parte, finanziando i lavori del restauro del Trittico con quasi 15.000 euro.” Altri 15.000 euro sono stati impiegati dalla parrocchia per il restauro delle tele. “Per arrivare a 150.000 euro la strada è lunga e rimangono ancora da restaurare molti degli affreschi proprio di Matteo da Gualdo” Il primo atto ufficiale dei festeggiamenti è il grande concerto previsto il prossimo 27 dicembre nella rinnovata chiesa parrocchiale, prima del quale verranno ufficialmente restituiti alla comunità gli affreschi quattrocenteschi oggetto di pazienti lavori restauro negli ultimi otto mesi, da parte della Ditta Coo.be.c di Spoleto. In programma, Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi e la celeberrima Eine kleine Nachtmusik di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguite da un’orchestra d’archi della Rai appositamente creata per l’occasione dal maestro Angelo Gubbini. Ma le iniziative non finiscono qui: costelleranno tutto il 2004, a sottolineare, oltre al lieto evento del millennio, anche quello, per certi aspetti miracoloso, del risveglio religioso e spirituale che ha segnato la piccola frazione gualdese in quest’ultimo periodo.

AUTORE: Pierluigi Gioia