Scarta, fratello, e scava!

ABAT JOUR

È il consiglio che mi sento di dare a chi vuol vivere il Natale meno indegnamente possibile. Scartare, innanzitutto. Non alludo all’arte di Maradona, che, partendo dalla propria area di rigore, palla al piede, faceva fuori mezza squadra avversaria e andava a segnare; no, “scartare” nel senso più immediato di “liberare dall’involucro cartaceo”; perché gli strati dell’involucro dentro il quale abbiamo avvolto il Natale sono molti, e resistenti. Scartare. E scavare. Scarta, fratello, e scava! Lo strato più esterno dell’involucro è quello della carta coloratissima del consumismo. Fare un regalo a qualcuno, in segno di amicizia e gratitudine, a Natale ci sta bene, certo! Molto meno bene ci sta il non sentirsi nessuno se il regalo non è “prestigioso”, cioè costoso al di là i quanto uno possa permettersi. Malissimo ci sta se il regalo proposto da certe tv d’appendice: “Per Natale, regalatevi due nottate di film porno a soli 5 euro”… Scarta, fratello, e scava! Procedendo verso l’interno dell’involucro, troviamo i ricordi infantili natalizi. Gianni Agnelli del suo Natale di adolescente con la “r” già rigorosamente moscia ricordava il cik-ciàk che, “nel buio della Notte santa”, le scavpe nuove facevano sulla ghiaia del vialetto che povtava alla cappella di famiglia. Cik ciàk. Era la grande aspirazione anche di Peppino De Filippo quando, col nome di Lo Turco, entrava nella Banda degli onesti, con la qualifica di tipografo, e con l’intenzione di comprarsi un paio di scarpe nuove, che facessero cik ciàk come si deve. Scarta, fratello, e scava! Subito dopo i ricordi infantili incontriamo nell’involucro del nostro Natale le infinite pastorellerie assortite che hanno preso campo da quando la venuta del Figlio di Dio in quel di Napoli divenne “Quando nascette Ninno”: i rudi pastori diventarono pastorelli zuccherosi, il rigore della notte divenne tepore dolciastro, il suono rude dello shofàr cedette a quello flautato dell’oboe, sant’Alfonso dette il via alla sua dolce voglia di carezze al Bambino e di serenate alla Madonna, il color pastello intenerì il quadro nel suo insieme.Scarta, fratello, e scava! Dentro, sopravvissuto all’abbraccio soffocante dell’involucro c’è Lui. Lui ha portato nel mondo l’amore a perdere, l’oblatività assoluta, il perdono settanta volte sette. Ne hanno fruito pubblicani e prostitute, delinquenti comuni e serial killer. Solo quelli che hanno ridotto la religione a potere dell’uomo sull’uomo ne sono stati esclusi, duramente. Possiamo usufruirne anche noi, tu e io. Scava, fratello, scava! Ci mettiamo in fila tutt’e due.

AUTORE: Angelo M. Fanucci