Schieramenti (più o meno) uniti e agguerriti

Dopo la 'pausa' (?) estiva riprende la campagna elettorale di Pd e Pdl per le amministrative umbre

Soffia, sempre più forte, vento d’elezioni sui cieli della politica umbra. Un vento che neanche la calura agostana è servita ad acquietare, se si tiene conto che proprio l’Umbria, all’inizio di settembre, ha ospitato due appuntamenti che possono essere considerati il trampolino di lancio della ripresa politica a livello nazionale per entrambi gli schieramenti, con il tradizionale appuntamento di Gubbio per il centrodestra e la scuola estiva di politica del Partito democratico a Castiglione del Lago ed in Toscana. A Chianciano, l’Udc ha messo a punto le proprie strategie. Per Forza Italia ed An da una parte, per il Pd dall’altra, il cammino, nazionale e locale, mostra dei punti di analogia. FI e An, mentre si preparano alle amministrative (in Umbria si voterà in primavera in una settantina di Comuni), marciano (‘a grandi passi’, dicono i diretti interessati) verso il partito unico: quel Pdl che, nelle intenzioni dei suoi promotori, ha come ambizioso obiettivo, se non quello di eguagliare quanto sembra emergere dai sondaggi che lo danno oltre il 60%, quanto meno di arrivare al 45-50%.Per un partito che si pone questi obiettivi, mai raggiunti in Italia da nessuna formazione politica in tempi di democrazia, anche le regioni rosse come l’Umbria, in molte tornate elettorali ‘date per perse’ prima di votare, diventano terreno d’impegno serrato, sia nella ricerca delle candidature più concorrenziali sia nella messa a punto dei programmi, delle strategie e delle alleanze. Candidature ed alleanze sono due temi in forte discussione attualmente nel centrodestra regionale: c’è chi fa osservare, infatti, che se dalla società civile non emergono (come non stanno emergendo) nomi di un certo spessore e rappresentativi di larghe e significative fette di elettorato, non resta che cercare di allargare il fronte delle alleanze in vista del voto per il rinnovo dei consigli comunali. Così il Pdl guarda con grande interesse verso quell’area socialista che, in Umbria come altrove, potrebbe essere rimasta delusa e stizzita dopo la scelta di Veltroni di correre con Di Pietro alle scorse politiche. Per le candidature, il messaggio che sembra prevalere nel campo della ‘storica’ minoranza umbra è quello di concentrare gli sforzi, e quindi i nomi più competitivi, nei centri con maggior evidenza emerge la possibilità di prevalere. Un discorso a parte si sta facendo nel centrodestra sui due capoluoghi: a Perugia potrebbe emergere a breve un nome di consistente rilevanza politica e d’immagine; a Terni la strada sembra al momento più impervia. Anche il Pd umbro è ancora impegnato nella costruzione definitiva del nuovo partito e, tra autocandidature di sindaci a ruoli di più alto livello, spot elettorali di dirigenti in favore di se stessi e riposizionamenti vari, a rimetterci sembra quell’apertura verso la società civile che i responsabili della nuova formazione avevano auspicato qualche mese fa, al momento della confluenza fra Ds e Margherita. Una confluenza che, a sentire molti, sembra ancora non essersi completata in tutti i suoi aspetti, se è vero che, per le candidature a sindaco, ancora si stenta ad uscire dalla logica del ‘prima ci stavate voi, adesso ci vogliamo andare noi’.

AUTORE: Daris Giancarlini