Se Porta Sant’Angelo piange gli altri quartieri non ridono

Perugia/ Risponde l'assessore Catanelli

E’ stata una settimana difficile per i quartieri, ma soprattutto per i residenti, del centro storico di Perugia. La diffusione di una lettera aperta firmata da 224 residenti di Porta S. Angelo e inviata agli organi di informazione e all’Amministrazione comunale ha denunciato una situazione vicina al collasso per uno dei quartieri storici della città, ridotto ormai a dormitorio per studenti e ad “area riservata al crimine” con la forte presenza di spacciatori, drogati e prostitute. Un quartiere che una volta era conosciuto come il “Borgo d’Oro”, una delle cinque porte del Comune medievale, dove numerose erano le botteghe artigiane, dove ci sono ben tre monasteri di clausura ed una delle più belle ed antiche chiese cittadine e dove risiede, nella sua particolare casa, “il Gorino” (personaggio che ogni perugino conosce per le sue stravaganze ed “il libero pensiero”); adesso è un contenitore quasi vuoto, dove imperano le automobili che, pur essendo area Ztl, sfrecciano in continuazione, parcheggiano in modo selvaggio ed occupano ogni spazio, e dove la maleducazione è cosa di tutti i giorni. “Fino alle cinque del mattino, sette giorni su sette – denunciano i residenti – è teatro di musiche assordanti, schiamazzi e scherzi, di continui episodi di violenza che si registrano nelle viuzze interne, ma anche di anziani in difficoltà a causa della mancanza di pavimentazione e delle buche del manto stradale, delle auto in sosta davanti ai portoni”. E il disagio non si ferma qui “perché bisogna aggiungervi anche i continui furti, i danneggiamenti, gli accoltellamenti tra extracomunitari ed una politica degli affitti abusivi (con cifre altissime per veri buchi) che danneggia tutti”. Situazione di vivibilità precaria che, nel corso degli anni, ha incentivato l’abbandono del Borgo, come dimostrano i numeri dell’esodo: dei primitivi 1500 nuclei familiari, infatti, ne rimangono solo 200. E come succede quando si scoperchia una pentola e tutto si riversa fuori, così il grido d’allarme di un quartiere è diventato l’amplificatore del sentimento d’insicurezza e d’abbandono che è di molti quartieri cittadini. E allora ecco i lamenti davia della Sposa: “rumori ad ogni ora del giorno, parcheggio selvaggio, buche e sporcizia per le strade, è la realtà di tutti i giorni”. Ben più grave la situazione nella zona di Porta Pesa, via della Viola e di via Alessi dove, una volta terminata l’esperienza delle pattuglie a piedi, è tornata la paura ad uscire di casa. L’ultimo episodio in ordine di tempo registra la porta di una studentessa usata come bersaglio per siringhe, “ma quando si esce di casa ci sono esibizionisti, tossicodipendenti ed altri loschi figuri che infastidiscono o addirittura ci scippano” dicono le signore del quartiere. Al Giardino della Cupa in molti hanno paura anche a portarvi il cane a spasso, “ci sono solo malintenzionati, di giorno spacciatori e tossicodipendenti, la sera gruppi d’extracomunitari la fanno da padroni” che, di fatto, nullificano i lavori di recupero del parco della Cupa. Chi porterebbe, infatti, i bambini a giocare in luoghi non sicuri? E “perché hanno messo i cancelli se poi rimangono aperti”? E il Comune come risponde al grido d’aiuto dei perugini? L’assessore Catanelli respinge l’ipotesi che il Borgo d’Oro viva una situazione di degrado, anzi tutt’altro, “visto che il quartiere è il cuore della vita di due università e ha visto crescere il proprio valore immobiliare”. Quanto all’immobilismo “non è vero che l’Amministrazione non ha fatto nulla” e i lavori lo dimostrano: nuova illuminazione di piazza Grimana, rifacimento del campo da basket e potatura degli alberi. E per il futuro? “Completamento della ripavimentazione, riqualificazione dell’area di Sant’Agostino, nuovi parcheggi pertinenziali, uno sotto il Pennaricci ed un altro nella proprietà dell’Adisu – dice Catanelli – e poi il recupero dell’ex-Saffa”. A queste affermazioni, però, rispondono increduli i residenti ed il consigliere comunale Massimo Monni (FI): “il valore immobiliare del quartiere – dicono i primi – è cresciuto perché molti proprietari affittano a studenti e stranieri, a prezzi altissimi, appartamenti che al catasto figurano come fondi”; “l’assessore prima di fare certe affermazioni è bene che vada sul posto e si renda conto dello stato delle cose – dice Monni – Forse gli interventi fatti sono talmente piccoli che nessuno se n’è accorto”. I più maliziosi, invece, ipotizzano che il Comune “faccia orecchie da mercante” e che, in fondo, gli importi poco di quartieri dove non abita quasi più nessuno “con diritto di voto amministrativo” e dove è inutile creare infrastrutture, visto che la popolazione è “molto vecchia”. A giudicare dal proliferare, nei vicoli del centro storico, di locali notturni e d’intrattenimento giovanile l’ipotesi non è così “maliziosa” come potrebbe sembrare. E, infine, viene da domandarsi: ma i nostri amministratori, vivono nella nostra stessa città?

AUTORE: Umberto Maiorca