Seminario regionale, 100 candeline

Il 26 gennaio i seminaristi saranno ricevuti in udienza dal Papa. Intervista al rettore mons. Nazzareno Marconi

Cento anni e non li dimostra, forse perchè vive di giovani ed ha lo sguardo sempre volto al domani. Il Seminario regionale umbro dal 1912 è il cuore pulsante delle Chiese che sono in Umbria e in questo 2012 celebra il centenario. Primo appuntamento giovedì 26 gennaio quando il seminario e i vescovi umbri saranno ricevuti in udienza privata da Benedetto XVI.
Quando è stato fondato, in regione vi erano 15 diocesi, oggi sono 8. In questi cento anni il mondo è cambiato e con il mondo anche la Chiesa.
Nella prima metà del secolo scorso, dal 1938 al 1948, al Regionale vi erano in media 120 alunni di teologia. Erano gli anni in cui nelle case si diceva il rosario, tanti giovani erano iscritti all’Azione cattolica (l’unica associazione laicale allora esistente), tutti andavano a messa la domenica e il Seminario aveva anche una funzione di promozione sociale facendo studiare anche i ragazzi delle famiglie povere. Quando il mondo è cambiato le vocazioni si sono ridotte fino ad un minimo di 15 per poi risalire un poco.
Il numero dei preti sta così diminuendo, ma il Rettore del Seminario Regionale, non ritiene corretto dire che c’è un calo di vocazioni, anzi “in proporzione ai credenti praticanti ce ne sono di più!”. E spiega. “Oggi abbiamo 40 seminaristi, un terzo di quelli che il seminario ha avuto nei suoi anni migliori, ma dobbiamo considerare che i giovani che oggi vanno a messa la domenica sono molto meno di un terzo di quelli che ci andavano negli anni quaranta. E la fede non cresce senza l’incontro costante con una “comunità credente”.
“I preti di oggi sono fatti con i ragazzi di oggi”. Così la differenza non sta solo nei numeri. Sta, per esempio, anche nell’età in cui arriva la decisione di entrare in Seminario: in media intorno ai 24/25 anni. “È l’età in cui un giovane oggi si pone la domanda sulla prospettiva di vita: matrimonio, lavoro e così via”.
Altra differenza è la formazione umana dei giovani. Oggi si dice che sono “fragili” ed è certamente vero. Ai giovani oggi “è però chiesta una capacità di speranza e di fiducia” molto più forti di venti anni fa quando, osserva il Rettore, si poteva contare sulla solidità della famiglia di origine, quando lo studio portava ad un lavoro. Certezze che i giovani di oggi non hanno.
Il Seminario, oggi più di ieri, deve perciò sostenere la formazione umana insieme a quella spirituale.
I preti che usciranno nei prossimi anni sanno che li aspettano almeno 3000 anime contro le 300 di qualche decennio fa. Dovranno quindi saper collaborare tra loro e con i laici, dovranno affrontare problemi complessi e a loro sarà chiesto di essere capaci di ascolto, di essere di appoggio alle persone in difficoltà, senza per questo perdere di identità trasformandosi in psicologi o assistenti sociali. Questo è il lavoro, oggi, dei formatori del Seminario. E non solo in Umbria. I rettori dei Seminari italiani ogni anno si danno appuntamento per una settimana di studio e confronto comune. Ed è in questi incontri che è nata l’idea di chiedere al Papa una udienza privata per il Seminario di Assisi e gli altri due Seminari che in questo 2012 ricordano i cento anni di fondazione: il “S. Pio X” di Catanzaro e il “S. Luigi” di Napoli dei Padri Gesuiti.

Maria Rita Valli

IN CENTO ANNI

– 1.500 i sacerdoti che vi si sono formati;
– 22 i preti diventati vescovi;
– 3 i vescovi eletti cardinali: Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, del clero di Orvieto-Todi; Fortunato Baldelli, penitenziere maggiore emerito, del clero di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, il cui cardinalato è stato annunciato lo scorso 6 gennaio, del clero di Foligno;
– 18 i rettori che si sono susseguiti alla guida del Seminario;
– 1 sacerdote verso gli altari: don Andrea Bonifazi del clero di Spoleto-Norcia per il quale si è conclusa la fase diocesana del processo di beatificazione.

I numeri attuali
Sono 40 seminaristi, sei dei quali frequentano l’anno propedeutico.
Il rettore è mons. Nazzareno Marconi e vice rettore è don Andrea Czortec, entrambi del clero di Città di Castello; responsabile del propedeutico è don Simone Sorbaioli di Peurgia-Città della Pieve; padri spirituali sono mons. Remo Serafini (Perugia) e don Mauro Salciarini (Gubbio); economo è mons. Giuliano Salciarini di Gubbio. I vescovi delegati per il Seminario sono mons. Gualtiero Bassetti di Perugia-Città della Pieve, mons. Domenico Sorrentino di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e mons. Domenico Cancian di Città di Castello.