Settembre, mese del “ripartire”

In settembre tutto ricomincia. Per molti è una ripresa, più o meno serena. Per altri continua la “vacanza” nel senso di macanza di lavoro e di impegni. Per questi è una tragedia, che potranno superare con la solidarietà, l’amicizia e la famiglia; ma è triste non poter distinguere lavoro e riposo. Andando in un liceo, qualche tempo fa, ho incoraggiato gli studenti dicendo che il lavoro non sarebbe loro mancato, magari un lavoro gratuito. Pensavo al volontariato nel sociale. Hanno sorriso e non si sono convinti. Ma oggi non si potrebbe proporre neppure questo… Le leggi nel settore sono tali da scoraggiare chiunque. Tranne lodevoli eccezioni, è venuta a mancare anche la voglia di essere utili a qualcuno o di fare esperienze. È venuta meno soprattutto la fiducia. Per ogni iniziativa si insinua il sospetto che dietro vi sia qualcosa di nascosto.

Molti non ripartono perché sono sempre in movimento: gli stakanovisti super-indaffarati o i poveri “facchini” quotidiani, quelli che non possono mai staccare la spina perché non è loro consentito. Si pensi a chi ha un disabile in casa non autosufficiente, o è malato, o ha messo in piedi un’attività che si regge a malapena e non può permettersi un giorno di tregua. La nostra società apparentemente tutta uguale, esteriormente omologata, se si va a grattare e scalfire la superficie rivela situazioni molteplici e varie, sia per la condizione economica, sia per i fattori propri dell’esistenza umana. Ci sono poi quelli del moto perpetuo, i pellegrini che camminano per professione. Ne sono passati anche nel nostro territorio. Per molti la meta è Assisi, e poi Roma e perfino la Terra Santa. Nel mese di agosto, una giovane donna, che viaggia e suona il flauto nelle piazze per mantenersi, proveniva dalla Nuova Zelanda. Felice e sorridente, sono mesi che è in cammino, ben abbronzata e perfettamente padrona del proprio strumento. Presso le logge del duomo di Perugia ha suonato un brano dalla Passione di Bach. Sono transitati sul nostro territorio moltissimi visitatori, turisti, pellegrini, viaggiatori, studenti stranieri.

Il “ricominciare” più importante e massiccio è quello della scuola con tutti i suoi gravosi problemi. Se ne è scritto su questo giornale (vedi in questo numero a pag.7 e anche l’articolo del vescovo Sigismondi sul numero scorso). La scuola a tutti i suoi livelli è un asse portante della società di primaria rilevanza, spesso sottovalutato, quasi fosse un’attività secondaria. Si pensi a quanto poco se ne parla nei dibattiti pubblici, rispetto a temi che riguardano la politica nel senso più trito e banale del termine. Quando riparte la scuola, è come se ripartisse tutta la società con i bambini, ragazzi, giovani, famiglie, e docenti a migliaia, operatori scolastici, librai e altri. Una valanga di persone, di attività e di interessi. Porre attenzione perché questo mondo della scuola e dell’università funzioni a dovere è interesse massimo di tutti. La scuola ha il carattere del ricominciare, del pellegrinare perché, oltre a tutto il grande movimento fisico che provoca, mette in movimento la mente e l’anima. La scuola apre nuove strade di sapere, nuove prospettive e nuovi panorami di conoscenze e valori. Accanto alla scuola si pongono spesso attività complementari, quali lo sport nelle sue varie articolazioni. Mi sembra interessante segnalare che in Italia vi sono un milione di persone iscritte al Centro sportivo italiano (Csi), associazione di ispirazione cristiana e di formazione umana, un dato da porre in risalto. Anche qui, per non rimanere fermi e statici, ma mettersi in movimento e guardare avanti con fiducia.

Il Papa direbbe: “camminare, costruire, confessare”.

AUTORE: Elio Bromuri