Si accendono le luci, si spengano le liti

Il Vescovo inaugural'Albero-montagna: 'Politici, basta risse'

Pace al mondo, concordia in città: i richiami del vescovo mons. Ceccobelli. Nel premere il pulsante per accendere, insieme a Nello Ontano, storico membro del ‘Comitato Alberaioli’, l”Albero di Natale più grande del mondo’ disegnato sul versante del monte Ingino ai cui piedi il centro storico si adagia e scivola verso la pianura, il successore di sant’Ubaldo ha invocato fraternità e pace per il mondo intero. La cerimonia ha coinvolto anche le località di Francia, Angola, Polonia, Canada, Siberia ed Australia, da dove sono stati lanciati messaggi di speranza, diffusi e rilanciati dai siti internet di Trg e del Gruppo sbandieratori, che hanno curato l’iniziativa insieme al Comune ed al Comitato. La cerimonia è stata preceduta dai saluti del Gruppo sbandieratori, di Danilo Sannipoli, presidente del Comitato, del sindaco Orfeo Goracci, del presidente del Consiglio regionale Tippolotti, dell’assessore provinciale Neri, di padre Pietro Mechelli, rettore della basilica di Sant’Ubaldo e di mons. Ceccobelli ‘onorato e lieto di accendere quest’anno l’Albero di Natale che da venticinque anni rende luminoso questo monte tanto caro a tutti gli eugubini’. ‘Da questa città resa illustre dalle gesta di tanti suoi figli, ma in particolare da sant’Ubaldo, che la difese in tempi di pericolo, e da san Francesco di Assisi, che vi trovò accoglienza e amicizia, parta un forte messaggio di fraternità e di pace. Soprattutto la luce di Gesù Bambino che, nell’ormai prossimo Natale, si ripropone come compagno di viaggio di ogni uomo, sia segno di speranza per l’umanità intera: in particolare per coloro che vivono il dramma della guerra; per coloro che sono alla ricerca di un lavoro dignitoso; per coloro che vivono situazioni di ingiustizia e di violenza; per i giovani che sono alla ricerca di valori veri per i quali valga la pena impegnare la vita’. Mons. Ceccobelli non ha dimenticato i problemi contingenti del territorio. Dal suo arrivo alla guida della diocesi è stato colpito negativamente dall’eccessiva litigiosità che caratterizza al momento i rapporti tra le forze politiche, impedendo loro di lavorare ed operare in termini di un impegno unitario convinto per il bene della città. Da questa constatazione è partito per inserire, nella preghiera conclusiva della novena che precede la festa della Immacolata Concezione, un’invocazione per invocare il ritorno ad un clima di concordia e di autentica comunità di intenti.

AUTORE: Giampiero Bedini