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ASSISI. Gli affreschi di Santa Maria Maggiore sono a rischio a causa delle cattive abitudini dei fedeli

Santa Maria Maggiore, prima cattedrale di Assisi: un autentico scrigno d’arte per gli affreschi visibili e per quelli (la gran parte) che restano nascosti sotto la patina dell’intonaco. Si pensi che l’abside, oggi in nuda pietra, appariva ricoperta da opere eseguite da Pace di Bartolo, allievo di Giotto, attivo in Assisi tra il 1344 e il 1368. Di tale artista si può ammirare un”Annunciazione’ sopra la porta della sacrestia. Vari affreschi rappresentano un inno iconografico alla Madonna. Ecco, nella parete di fondo della navata destra, una ‘Madonna con Bambino’ di Girolamo Marinelli. Tra gli ex-voto che adornano, anche se graffiati e deturpati, la parte inferiore della navata di sinistra, attrae l’attenzione altra ‘Madonna con Bambino’: una lunga sequela di ex-voto commissionati perlopiù da famiglie benestanti. Nell’intradosso di un arco della stessa navata, altra ‘Madonna con Bambino’ attribuita al citato Pace di Bartolo. ‘Questo ex – voto è in corso di restauro, i volti sono tornati alla loro espressività ma resta ancora da lavorare’: così dichiara Manuela Elisei che nella chiesa di Santa Maria Maggiore ha già riportato ad originario splendore la ‘Crocifissione’ di Dono Doni (25 metri quadrati). Chissà quante altre figure di Madonne si celano sotto quell’intonaco giallo che il sole, filtrando dal rosone, indora. La stessa restauratrice si è preoccupata di eseguire indagini preliminari per il ripristino di alcuni affreschi e la riscoperta di altri. Pitture e frammenti di pitture corrono il rischio di crollare. Manuela Elisei ammette anche la responsabilità dei fedeli ‘che in occasione delle funzioni sacre o delle visite, si appoggiano alle pitture con le sedie o con la schiena, quando non vi incidono addirittura i propri nomi sopra!’. E lancia un allarme: ‘… Se non si interviene immediatamente, nel giro di pochissimi anni queste opere andranno irrimediabilmente perse’. Tale precaria situazione ha suggerito al parroco don Giuseppe Biselli l’iniziativa di rivolgersi a benefattori, disposti a salvare un dipinto pagandone il restauro. Spiega don Giuseppe: ‘I benefattori in cambio riceveranno una specie di paternità sull’opera, testimoniata (tale paternità) da una iscrizione realizzata con la tecnica dell’affresco, esplicativa di note storico-artistiche e al contempo rivelatrice dello stesso donatore, che in tal modo lascerà un segno tangibile e duraturo’. Si fa dunque affidamento sulla sensibilità di cittadini ed anche di turisti, ma l’appello va esteso ovviamente a istituzioni, enti, istituti di credito, club, associazioni culturali… L’adozione di un affresco, grazie a questa benemerita e fantasiosa formula, troverà il dovuto successo?

AUTORE: Francesco Frascarelli